Si preannuncia un autunno di scontri politici e polemiche in Puglia. Il Ministero dell'Ambiente di concerto con il Ministero delle attività culturali e del turismo hanno rilasciato due autorizzazioni al fine di permettere alla Global Petroleum Limited di eseguire ricerche di giacimenti di petrolio nel mare del Salento. Molte polemiche sono nate per la tecnica adottata. Attraverso la tecnica dei cannoni ad aria compressa, chiamata "air gun" o più comunemente "crociere sismiche".

Crociere sismiche nel mare del Salento per cercare petrolio

La questione ambientale in Puglia in merito a queste ricerche va avanti da molti anni.

Molte multinazionali hanno richiesto i permessi per effettuare tale ricerche in mare aperto con queste tecniche, ma hanno sempre trovato il no secco della regione Puglia. Il 31 agosto è arrivato il benestare da Roma, aprendo così uno scontro importante che vede associazioni, cittadini e la stessa regione Puglia contrari al provvedimento.

Era il 2014 quando la Global Petroleum Limited avanzò le prime richieste sempre rifiutate. Ora sono state avallate le domande, la prima autorizzazione interessa una zona di mare a 12 miglia dalle spiagge Santa Maria di Leuca (Lecce), una seconda nel basso Adriatico mentre una terza era già stata rilasciata alla Shlumberger per quanto concerne il Golfo di Taranto.

Senza voler approfondire la questione ambientale, ovvero se continuare a investire in combustibili fossili, è da domandarsi se la tecnica delle "crociere sismiche" produrra effetti negativi al territorio. La letteratura in merito è ancora carente poiché questa tecnica è recente e gli effetti ancora poco monitorati.

Verranno effettuati dei cannoneggiamenti di importanti bolle d'aria attraverso grandi compressori sul fondale del mare.

Queste bolle comunicheranno ai sistemi informatici la composizione del fondale del mare, attraverso questi dati i tecnici sapranno riconoscere un'eventuale presenza di giacimenti petroliferi.

Legambiente sul piede di guerra

Le associazioni ambientali e di cittadini da tempo si sono mosso per fronteggiare questa operazione commerciale, invasiva nei confronti del mare pugliese.

Ferma presa di posizione del responsabile della sezione pugliese di Legambiente Tarantini: "Questa occasione ci spinge a chiedere nuovamente ai parlamentari pugliesi e alla Regione di farsi promotori di una legge che vieti la tecnica dell’airgun, estremamente pericolosa e impattante per l’ecosistema marino".

Lo stesso Tarantino chiede anche a gran voce un Piano delle Aree per la Puglia, dove sottoporre a una valutazione complessiva ambientale eventuali interventi così impattanti per l'ambiente.