Proprio due giorni fa era iniziato lo sgombero della baraccopoli, in seguito alle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. Oggi l'abbattimento della baracche che in questo caso riapre le polemiche in seguito all'accoglienza di centinaia di migranti braccianti.

Una vera e proprio baraccopoli

L'incendio è scoppiato questa notte, improvviso e violento, nella baraccopoli costruita nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico, dove vivono i raccoglitori di pomodori giovani, in maggioranza africani, sfruttati per pochi soldi nelle campagne pugliesi.

Il rogo che potrebbe anche essere doloso è divampato proprio davanti agli occhi dei vigili del fuoco, che presidiavano la baraccopoli che doveva essere vuota dopo lo sgombero di due giorni fa.

I pompieri sono accorsi mentre chiamavano i rinforzi, solo pochi minuti ma erano già troppi per salvare i due giovani emigranti del Mali, rimasti imprigionati nel rogo. Le fiamme alte come colonne hanno divorato 5.000 mt quadrati di cartone, legno e lamiere. Il vento forte le bombole del gas abbandonate sul terreno, hanno alimentato l'incendio che ha distrutto 130 baracche dei braccianti africani. Mercoledì le forze dell'ordine avevano allontanato da quell'agglomerato di miseria e sporcizia, 200 persone su ordine dell'antimafia di Bari.

Concessione d'uso scaduta

Era ormai scaduta la concessione d'uso rilasciata un anno fa, dopo l'ennesimo incendio. Ma un gruppo di emigranti era riuscito a rimanere nella baraccopoli nascosto tra lamiere e rifiuti, oppure qualcuno è tornato nella notte come i due ragazzi del Mali rimasti bruciati. Subito dopo lo sgombero, i caporali africani hanno fatto arrivare migranti dai dintorni, per paura di perdere il controllo del traffico di braccianti, appoggiati da chi ha interessi criminali enormi, un intreccio nefasto di soldi e potere.

Trovati 200 posti

Il "Gran Ghetto" è pieno di sporcizia e pericoloso, per questo lo sgombero, ma non tutti però l'hanno accettato. Infatti ieri un gruppetto di emigranti aveva protestato pacificamente davanti alla Prefettura di Foggia, perché non sapeva dove andare. La Regione Puglia ha trovato 200 posti negli edifici abbandonati all'interno di aziende agricole, c'è anche qualche tenda ma non bastano.

Il Gran ghetto non ha confini definiti, si insinua tra campagne pugliesi senza un inizio e una fine. Difficile capire nei suoi meandri quante anime si siano scavate un angolo di sopravvivenza. Di certo in estate i suoi abitanti si moltiplicavano fino a sfiorare i 5.000.

Tra poche ore inizierà la bonifica completa dell'area e poi si procederà con la demolizione, la vergogna di Puglia!