L'inferno in un'isoletta paradisiaca della Thailandia nella baia di Phang Nga, ha assunto sembianze di uomini. In 40 hanno violentato per un lungo periodo, ben 8 mesi, una ragazzina di 14 anni, costretta a rimanere a casa sola di notte mentre i genitori lavoravano. Sconvolto e sotto choc ora è il villaggio di Ban Koh Raed, sì e no abitato da 180 persone, dove sono accaduti i gravi fatti, finora meta turistica rinomata solo per le spiagge, il mare, la natura. Dopo mesi di sofferenze, l'adolescente è riuscita a denunciare i suoi aggressori, ma solo alcuni sono stati identificati.

Un terribile segreto confessato alla mamma

La ragazzina, di cui non sono state rese note le generalità, ha tenuto per sei mesi quel terribile segreto. Era troppa la paura che rendere pubblico un fatto di gravità inaudita come quello che le ha sconvolto la vita, lo stupro di massa subito, rovinasse la reputazione della sua famiglia, oltre a metterla in grave pericolo. Ma, alla lunga, non è semplice tenere nascosto un fatto del genere che grida vendetta. A una madre, poi, è difficile nascondere piccoli turbamenti, figurarsi grandi sconvolgimenti. La madre, infatti, era insospettita e allarmata da un comportamento anomalo della figlia: ritrosia, tendenza ad isolarsi. Sintomi di un presunto disagio adolescenziale che non passava mai.

Acuiti ogni notte dalla paura del buio, come per un trauma, perché quello era. A un certo momento le ha anche sequestrato lo smartphone, pensando fosse la causa dell'isolamento. Ma il disturbo proseguiva. Finché è riuscita a farla parlare: dopo mesi, la figlia ha confessato alla madre la terribile verità. Tra maggio e dicembre 2016, è stata violentata da una quarantina di uomini.

Le violenze accadevano la notte quando i genitori, che lavorano come raccoglitori della gomma, erano costretti a lasciare da soli i figli, da mezzanotte all'alba.

Violenze continuate per mesi

A maggio del 2016 una notte, un uomo si è introdotto nella casa ed è avvenuta la prima violenza. Nei giorni seguenti con lui c'erano altri due uomini, finché la ragazzina veniva rapita, drogata e costretta ad andare in un capanno sulla spiaggia o in luoghi appartati dove una vera e propria banda di stupratori, certa di restare impunita, abusava di lei come di altre ragazze.

Quando è riuscita a confessare tutto alla madre, sono scattate le prime tre denunce. La polizia finora ha individuato 11 tra gli aguzzini grazie alle descrizioni fornite dalla vittima che ora ha 15 anni, mentre i tre denunciati, gli unici di cui conosceva l'identità, sono stati arrestati. Krissana Pattanacharoen, rappresentante della polizia ha dichiarato che gli investigatori di Kok Kloi stanno valutando se procedere anche per traffico di esseri umani, perché la 15enne che è stata portata in ospedale e sottoposta ad accertamenti, ha visto altre ragazze violentate.

Reazioni nel villaggio

Nel villaggio di Ban Koh Raed ora c'è grande turbamento. In linea di massima, gli abitanti hanno dato la loro disponibilità a collaborare con la polizia.

Ma non tutti hanno avuto un atteggiamento aperto. Per alcuni, i responsabili sarebbero di isole vicine. "È veramente difficile per loro credere che un tale crimine su vasta scala sia potuto accadere nel loro paese, pensate ai bambini che vivono nel villaggio. Sentono lo stress perché anche i loro padri possono essere sospetti", ha detto Yuttanakorn Juanjenkij, funzionario governativo di Tambon Loryoong, al Malaysian Digest. Molti lamentano che la notizia abbia messo in fuga i turisti e danneggiato l'immagine. Per questo vorrebbero poco clamore e che il caso sia chiuso al più presto. La ragazza ei suoi genitori sono stati costretti ad abbandonare l'isola dopo aver ricevuto minacce.