La vicenda risale al 2013, ma il fatto è stato reso pubblico solo di recente. Alessandro (nome di fantasia), giovane studente di un paese in provincia di Torino, è stato ripetutamente vessato dai suoi compagni di scuola, un istituto professionale. Alessandro è stato definito come un ragazzo che parla poco, timido ed introverso, con tutti i tratti tipici delle vittime di bullismo.

È stato costretto ad ingoiare escrementi di cane, bere litri di vino e lumache vive. I suoi aguzzini si nutrivano del suo terrore. Ridevano e scherzavano alle sue spalle, mentre il povero ragazzo se la faceva addosso dalla paura.

Lo hanno addirittura seviziato con un ombrello, nell'intimità della sua cameretta, come a dire, da noi non potrai mai nasconderti.

Ma all'ennesima provocazione, Alessandro, ha finalmente deciso di farsi coraggio e denunciare tutto l'accaduto. Ora i ragazzi rischiano una pena di oltre 10 anni e considerata la gravità dei fatti denunciati, è probabile che non riceveranno alcuno sconto di pena.

I dati

Secondo i dati Istat, in Italia, nel 2014, poco più del 50% degli 11-17enni ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 19,8% è vittima assidua di una delle "tipiche" azioni di bullismo, cioè le subisce più volte al mese.

Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale. Insomma si tratta di un fenomeno allarmante ed in continua crescita, crescita dovuta forse anche alle numerose e recenti campagne di sensibilizzazione che spingono sempre più le vittime a denunciare le violenze subite.

Denunciare i carnefici

Una delle maggiori difficoltà, analogamente a quanto succede nei casi di vittime di stupro, è infatti la paura di riconoscersi pubblicamente come una vittima.

Serve non poco coraggio a dichiarare al mondo che si è stati deboli ed indifesi, e reagire a coloro che ci incutono un simile senso di terrore. Il giovane ha dichiarato infatti, di essere stato più volte sul punto di suicidarsi, fortunatamente è riuscito a reagire e a denunciare quella che oggi si configura come una vera e propria piaga sociale.

Sono numerosi gli studi a riguardo, e sono tutti concordi sul fatto che, simili dinamiche, sono quasi nella totalità dei casi, fonte di patologie e stress che solo in pochi casi e dopo anni di terapia, le vittime riescono a gestire in modo efficace.

Come se non bastasse, il web, è ormai diventato uno dei luoghi prediletti dai bulli, amplificando la portata delle loro azioni e garantendo impunità ed anonimato. La distanza spaziale infatti, aumenta ulteriormente la distanza emotiva fra vittima e carnefice, e contribuisce ad una percezione della violenza, più come una semplice goliardata senza conseguenze che come un atto realmente in grado di ferire. In totale contrasto con la percezione da parte della vittima che privata di un confronto reale si sente ancora più sola ed isolata.