Nessuno sconto di pena per Sabrina Misseri, lo ha deciso la Corte Suprema di Cassazione. La richiesta della difesa, dunque, non è stata accolta, e queste sono alcune delle motivazioni dei giudici: "L’atteggiamento freddo e fuorviante, l'intento di strumentalizzare i media per deviare le indagini su piste fasulle con una strategia pianificata e con comportamenti spregiudicati, Sabrina Misseri non merita nessuno sconto di pena per l'omicidio di sarah scazzi".

Stessa sorte per zia Cosima

I giudici della Corte di Cassazione si sono espressi anche sull'istanza per una riduzione della condanna per Cosima Serrano, zia di Sarah Scazzi.

Anche in questo caso gli "ermellini" hanno statuito che non vi sarà alcuno sconto di pena per zia Cosima perché, essendo "un'adulta matura, invece di intervenire e placare gli animi delle due cugine, si è resa complice, sequestrando la giovane nipote e partecipando direttamente al delitto della stessa".

Per zio Michele "parole prive di costanza"

La Cassazione si è pronunciata anche su Michele Misseri che sta scontando 8 anni di carcere per l’occultamento del corpo della nipote, definendo le sue dichiarazioni "prive di costanza". L'uomo, infatti, si è più volte autoaccusato per la morte della ragazza, con l'intento di far cadere le accuse su sua figlia Sabrina e la moglie Cosima.

D'altro canto i fatti parlano chiaro, come sottolineano i giudici nella sentenza di conferma della condanna che non prevede alcuna riduzione per Cosima Serrano e Sabrina Misseri.

Dalla perizia autoptica sul corpo della ragazza "non emergono segni di lotta, non figurano segnali di un tentativo di allentamento della cintura stretta al collo nell'atto del soffocamento della stessa, di conseguenza Sarah Scazzi non ha opposto resistenza, o meglio, non avrebbe potuto, in quanto - proseguono i giudici nella sentenza depositata ieri - lo strangolamento non poté essere opera di un unico individuo, ma la collaborazione di due entità che in piena sintonia si adoperavano nell'assassinio della giovane, una stringeva al collo la cinta nell'atto dello strangolamento, mentre l'altra la immobilizzava inibendo ogni tentativo di fuga".

I giudici della Corte di Cassazione ritengono che tutti questi comportamenti rendano impossibile uno sconto di pena per la cugina e la zia della vittima, anche perché "le uniche due persone presenti in casa in quel momento erano Sabrina Misseri e Cosima Serrano".