I fatti risalgono allo scorso 18 ottobre, quando un giovane ragazzo di appena quindici anni è stato ricoverato d'urgenza in uno degli ospedali di Arezzo in evidente stato di shock anafilattico. I soccorritori del 118 hanno comunicato di aver trovato il ragazzo in preda a convulsioni causate da una crisi respiratoria e, dopo le primissime cure che potevano offrirgli, sono stati costretti a trasportarlo al pronto soccorso di San Donato, dove medici esperti nel settore sono riusciti a salvargli la vita. Secondo le deposizioni della madre, il quindicenne avrebbe bevuto solo un semplice succo di frutta prima di iniziare a mostrare evidenti sintomi di una crisi respiratoria e le successive analisi hanno confermato la diagnosi dei paramedici: lo shock anafilattico.

Il giovane era allergico al latte vaccino sin da quando era bambino ed a scatenare la reazione è stata propria l'assunzione di questo prodotto che, dopo ulteriori test effettuati sulla bevanda ingerita, era contenuto all'interno del succo di frutta.

Il sistema Mirus, donato dal Calcit, è riuscito a salvargli la vita

Giunto al pronto soccorso dell'Ospedale più vicino, il giovane quindicenne è stato trasportato d'urgenza nel reparto di rianimazione dove nessun tipo di terapia farmacologica adoperata sembrava essere in grado di regolarizzarne i parametri. Neanche una broncoscopia, per ripulire i polmoni dai residui di latte, sembra avere successo, così i medici decidono di utilizzare il Mirus, uno strumento di rianimazione donato poco tempo prima dal Calcit e che, in questa occasione, è riuscito a salvare la vita di un giovane ragazzo con una vita intera davanti.

Il macchinario è in grado di indurre in anestesia i pazienti semplicemente facendo inalare loro un gas inalatorio, evitando così di iniettare sostanze chimiche direttamente nell'organismo. Questo gas inalato dal ragazzo ha la capacità di dilatare i bronchi e così facendo i polmoni hanno ripreso a funzionare in pochissimo tempo, tanto che i medici hanno dichiarato "fuori pericolo" il giovane in meno di ventiquattro ore.

"Il Calcit ha salvato la vita di questo ragazzo. Non riesco a trovare le parole giuste per poterlo ringraziare per questa donazione", sono queste le parole del dottor Marco Feri, direttore del reparto di rianimazione dell'ospedale, che non ha smesso di mostrare la propria gratitudine al Calcit, per la donazione, ed ai medici e paramedici per il lavoro svolto.