La vicenda di Igor, che in realtà si chiama Norbert Feher, è ancora fumosa e piena di contraddizioni. Il giorno 2 aprile 2017 Igor uccise a sangue freddo il barista di Budrio, Davide Fabbri, ferì la guardia provinciale di Ferrara Marco Ravaglia e sei giorni dopo si rese di nuovo responsabile di un altro omicidio, quello del volontario guardapesca Valerio Ferri durante un posto di blocco tra Marmorta e Molinella, in provincia di Bologna, per poi far perdere le sue tracce.

E da quel momento una incredibile task force lo ha cercato, inutilmente, battendo tutto il territorio circostante del ferrarese che divenne, per diverso tempo, teatro della più grande caccia all’uomo degli ultimi anni.

Igor, letteralmente braccato da squadre dei reparti speciali, cani molecolari certificati dall’FBI, ottocento uomini tra carabinieri e poliziotti, teste di cuoio addestrate alla ricerca dei latitanti, cacciatori di Calabria e Sardegna esperti nello scovare i boss mafiosi della ndrangheta, Parà di Tuscania, droni e visori termici a infrarossi, è riuscito misteriosamente a volatilizzarsi tanto che, a tre mesi dai delitti compiuti, ne venne sospesa la caccia.

Chi è Igor il russo

Igor il russo è il nome con cui Norbert Feher è balzato alla cronaca ma in realtà è un serbo di 36 anni nato a Subotica, giunto in Italia nel 2005 da dove per ben due volte è stato espulso ma dove è rimasto fino ai tragici fatti di aprile.

Le indagini sul suo conto hanno smentito che avesse avuto un passato da militare in Siberia ma le informazioni sulla sua persona rimangono alquanto nebulose. Quel che è certo è invece la freddezza con cui ha ucciso due persone in pochi giorni per poi scomparire come inghiottito dai boschi e dagli acquitrini della zona.

In discussione le ricerche svolte per il suo ritrovamento

Ora è la procura militare di Verona a indagare sui fatti, in particolare sulle modalità adottate per la ricerca del killer di Budrio, giudicate carenti e con diverse debolezze, oltre alla procura ordinaria. L’indagine aperta sulle azioni svolte dalla task force è delicata ed evidenzierebbe gli errori commessi nella ricerca di Igor, lacune che gli avrebbero consentito di far perdere le proprie tracce, lasciandolo quindi libero di fuggire e di colpire di nuovo.

A nulla sono valse le taglie di 50 mila euro sulla sua testa, Igor è ancora là fuori e qualcuno, molto in alto, vuole capire come questo sia possibile.