L'ultima ragazzina, abbordata che aveva 15 anni e abusata dal maestro di karate prevalentemente nell'infermeria della palestra, è stata talmente plagiata che lo difende. Persino ora che lui, Carmelo Cipriano, 43 anni, è stato arrestato. Ai genitori non rivolge più la parola, li odia perché gli hanno tolto l'uomo della sua vita. Peccato che il presunto uomo della sua vita, faceva credere lo stesso ad altre vittime, tutte minorenni, usando la palestra Asd Askl di Lonato del Garda, nel bresciano, di cui era proprietario, non già come un vivaio formativo di future promesse dello sport, ma come luogo di odiosi abusi.

Almeno sei le vittime, la più piccola aveva solo 12 anni. Cipriano è stato arrestato con le accuse di violenza sessuale di gruppo, atti sessuali con minori, prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Oltre a lui ci sono tre adulti indagati a piede libero.

Soggetto pericoloso e insaziabile

Sapeva di essere indagato, Cipriano, eppure non ha interrotto le sue "pratiche" in palestra: i rapporti proibiti con le sue allieve minorenni. Ora una di loro, elemento chiave perché grazie alla sua denuncia è partita l'indagine, lo definisce un soggetto pericoloso e senza scrupoli. Quadro identitario di Cipriano, origini siciliane, sposato, confermato dall'ordinanza di custodia cautelare del gip che lo definisce "un soggetto dalla totale assenza di freni inibitori e incapace di contenere gli impulsi sessuali".

Non solo: "mostrava un’assoluta non curanza delle conseguenze della sua condotta, passando da una ragazza all’altra in maniera insaziabile". La ragazza, dopo aver smesso di frequentare quella che ha definito essere "la palestra dell'orrore", ha trovato un po' alla volta il coraggio di denunciare e di parlare: prima al fidanzato, poi ai familiari, alla psicologa e a "Prometeo", una onlus che si occupa di pedofilia.

L'ha fatto quando ha visto che Cipriano si stava appartando in infermeria con un'altra ragazzina e non voleva che fosse rovinata, come è successoo a lei. Con tutte utilizzava la stessa tecniche di manipolazione sottili ed efficaci: creava molto confidenza con le allieve, lasciava credere di essere innamorato di ognuna al punto di essersi separato dalla moglie, poi diventava morboso.

Isolava ognuna da affetti, genitori, familiari, amici, giocava sui sensi di colpa. A ciascuna diceva che era unica e speciale. Contemporaneamente creava anche un rapporto di fiducia con le famiglie che non sospettavano nulla. Al momento dell'arresto, avrebbe fatto le prime amissioni. Ora è in carcere in attesa dell'interrogatorio di garanzia che si svolgerà lunedì.

Un'altra ragazzina parla

Un'altra vittima ha raccontato agli inquirenti il trauma con cui convive ancora oggi che è diventata maggiorenne. Ancora la paura di quell'istruttore manipolatore, mista alla rabbia e al senso di colpa. Trascorreva le serate in casa anche con la moglie che la trattava come una figlia. Sapeva di star facendo una cosa sbagliata ma non riusciva a fermarsi.

Era ridotta a una completa sudditanza psicologica.

L'inchiesta

Secondo l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, gli abusi sessuali in palestra sarebbero cominciati nel 2003. Gli altri tre indagati sarebbero stati coinvolti in abusi di gruppo perché all'insaziabile Cipriano non bastava predare le minorenni, fotografare gli abusi e condividere il materiale pedopornografico in chat. Le sei vittime sono state ascoltate in procura, ma non tutte hanno la stessa consapevolezza della gravità dell'accaduto. Come la 15 enne che ha ancora sul suo telefonino qualcosa come 75 mila messaggi scambiati con lui.