Tutte le donne che aveva adescato in chat si erano innamorate, tutte si fidavano di lui fino ad accettare di avere rapporti sessuali non protetti. Il 32enne Valentino Talluto, ormai conosciuto come "l'untore dell'Hiv" è il primo uomo in Italia ad essere processato per epidemia. E' accusato infatti di aver contagiato almeno 30 donne, ma sono 57 i casi contestati, tra contagi diretti e indiretti. E oggi la pm Elena Neri, ha chiesto alla terza corte d'Assise di Roma l'ergastolo e l'isolamento diurno per due anni. La sentenza è attesa per il 25 ottobre.

Nessuna attenuante all'autore di una 'strage'

A Talluto sono contestati 57 casi, oltre 3mila rapporti sessuali accaduti tra il 2006 e il 2015. La lista si sarebbe allungata se a fermarlo non fosse stata una delle sue vittime. Il processo ha preso avvio grazie al coraggio di una ragazza che nel 2014 ha fatto denuncia all'autorità giudiziaria dopo aver scoperto d'essere sieropositiva. La pm ha evidenziato nel corso dell'udienza che si è tenuta nell'aula bunker del carcere di Rebibbia in cui era presente Talluto oggi detenuto, che l'accusat,o pur avendo scoperto d'essere sieropositivo nel 2006, ha avuto incontri non protetti, infettando le partner e ha continuato ad averne fino al 23 novembre del 2016, un giorno prima del suo arresto.

E per tutto questo tempo, ha continuato a dir loro bugie sapendo d'essere malato. Per la pm non può beneficiare di nessuna attenuante generica non avendo manifestato alcun segno di pentimento. Né ha collaborato con la giustizia: non ha mai voluto rivelare il cognome delle ragazze memorizzate sul suo cellulare, si è opposto alle indagini con il silenzio o con le bugie.

Per la pm era un seminatore di morte e per questo merita la massima pena. Per Irma Conti, difensore di parte civile di 17 persone, Talluto è "autore di una strage sociale". Non si potrà mai sapere quante persone abbia infettato e l'indagine sarà sempre incompleta: i tabulati telefonici presi in considerazione riguardano appena il periodo tra il 2013 e il 2015 e non è stato possibile risalire indietro.

E chissà quante non hanno denunciato.

Le vittime

Il pm nel corso della sua requisitoria, ha sottolineato che non deve diventare un processo alle donne che sono le vittime. Imprudenti, certo, secondo il magistrato, ma figlie di una generazione che non ha conosciuto l'Aids e che avvia relazioni via social. Molte di loro hano avuto il primo rapporto sessuale con l'untore seriale che si presentava a casa come il classico bravo ragazzo, le adulava con mazzi di fiori e rose rosse, conquistava la loro fiducia, appariva rassicurante e pieno di attenzioni, le faceva innamorare. Tra i tanti casi, due estremi: una donna brasiliana che era incinta e oggi il figlio ha contratto l'Hiv ed è nato con menomazioni fisiche.

Un'altra partner, anche lei incinta, che scoperta la sieropositività è stata costretta ad abortire. Un'altra ancora è stata contagiata a soli 14 anni.

Identikit dell'untore seriale

Ma chi è Valentino Talluto, l'uomo per cui la procura di Roma chiede il massimo della pena per epidemia dolosa e lesioni aggravate da futili motivi? Nato a Caltanissetta, è cresciuto da solo, non sa chi sia suo padre, la mamma, una tossicodipendente malata di Aids è morta nel 1989 quando aveva solo 4 anni. Dal 2004 era un frequentatore di siti di incontri, di social e chat, anche a luci rosse nei casi estremi, pur di predare donne. Le adescava in chat, poi dal vivo ne incontrava anche 5 a settimana, conquistava la loro fiducia fino a convincerle ad avere rapporti sessuali non protetti. Le bugie più frequenti erano che non usava il preservativo perché allergico al lattice o di aver fatto i test ed essere sano.