Donato Bergamini, detto Denis, centrocampista del Cosenza, non è morto suicida come si credeva. La foto del suo corpo sul selciato, a contatto con le ruote di un camion, non ha convinto gli inquirenti fin dal principio. Lo sportivo, amante della vita, non avrebbe mai posto fine deliberatamente alla sua esistenza. Della sua storia si è occupato anche il programma 'Chi l'ha visto?' condotto da Federica Sciarelli. La verità, però, è arrivata dopo un trentennio: Denis è stato soffocato. Anche se manca ancora un colpevole e soprattutto un movente, una cosa è certa: l'autopsia sul corpo ha fornito importanti punti di partenza per un'indagine approfondita.

Sono stati accusati di falsa testimonianza la fidanzata dell'epoca, Isabella, e il conducente del camion che hanno fornito una versione dei fatti che attualmente non risulta compatibile con i nuovi sviluppi delle investigazioni. Denis aveva solo 27 anni quando è stato ritrovato sotto le ruote del camion sulla statale 106 Reggio Calabria- Taranto. Ciò che non ha convinto fin dal principio è stata l'assenza di qualsiasi segno di trascinamento o di impatto violento causato dal camion.

La sorella non si è mai arresa, ma ha continuato a cercare la verità

Donata, sorella di Denis, non ha mai gettato la spugna, nemmeno quando le dicevano che suo fratello si era suicidato. Non ha mai creduto a questa versione, conoscendo il carattere allegro e gioioso di Bergamini.

La ragazza ha ringraziato il suo legale per aver insistito nel presentare richiesta di esumazione del corpo, rigettata una prima volta nel 2015. La ricostruzione dei fatti potrebbe andare oltre ogni immaginazione. Il ragazzo, molto probabilmente, è stato soffocato. Successivamente è stato attuato un depistaggio, per cui il corpo è stato ritrovato sotto le ruote del camion.

La medicina legale ha contribuito a far luce sulla dinamica, anche se ora non sarà facile individuare il colpevole. Sono trascorsi molti anni e le prove potrebbero risultare irrimediabilmente compromesse. Non a caso, i primi rilievi vengono svolti in concomitanza con il fatto. Da circa un trentennio vi sarebbe un assassino a piede libero che potrebbe nuocere ad altre vittime innocenti.

Dunque urge fare giustizia su un caso misterioso sul quale non si sono mai spenti i riflettori. Se volete essere sempre aggiornati su notizie di cronaca come questa, cliccate sul tasto 'segui' posto in alto.