La Camera dei Deputati ha approvato, con 317 voti a favore, 40 contrari e 13 astenuti, il testo unificato delle proposte di legge riguardanti la coltivazione e la somministrazione di cannabis a uso medico. Dopo un iter legislativo tortuoso, cominciato nel 2013, il disegno di legge, largamente modificato rispetto alla forma iniziale, passerà all'esame del Senato.

Cosa prevede la legge?

Passando al suo contenuto, la legge, innanzitutto, ha come finalità quelle di garantire equità di accesso ai medicinali di origine vegetale a base di cannabis, mediante la determinazione di criteri omogenei sul territorio nazionale, promuovere la ricerca scientifica su eventuali ulteriori impieghi della cannabis a uso medico e stimolare lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione migliori.

Il medico, dopo la valutazione del paziente e la diagnosi, può prescrivere preparazioni magistrali a base di cannabis per la terapia del dolore e per altri impieghi previsti dal decreto del Ministro della Salute del 9 Novembre 2015, a carico del Servizio Sanitario nazionale. La prescrizione deve, però, essere minuziosa, poiché deve comprendere: codice alfanumerico conferito al paziente, data della consegna, dose indicata, modalità e durata (non superiore a 3 mesi) del trattamento, firma e timbro del medico.

Per quanto concerne il monitoraggio delle prescrizioni, viene istituita una forma di coordinamento tra Regioni e Province Autonome e l'Istituto Superiore di Sanità, attraverso la trasmissione annuale dei dati anonimi, raggruppati per età, sesso e patologia, dei pazienti trattati con cannabis e dei relativi risultati.

Le stesse devono, poi, comunicare all'Organismo statale per la cannabis, entro il 31 Maggio di ogni anno, il loro fabbisogno, al fine di programmare la produzione nazionale di cannabis da parte dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. A quest'ultimo sono attribuite anche la coltivazione e la trasformazione della cannabis in sostanze vegetali, nonché la distribuzione finale alle farmacie.

Viene, inoltre, garantita la continuità dei trattamenti terapeutici già in essere, attraverso l'importazione, in caso di necessità, di quote di cannabis da parte dello Stabilimento suddetto, previa autorizzazione dell'Organismo statale per la cannabis. In quest'ottica, il Ministero della Salute può autorizzarne la coltivazione e la trasformazione da parte di enti o imprese, al fine sempre di assicurare la disponibilità sul territorio nazionale.

Non da ultimo, lo Stabilimento provvede all'elaborazione di nuove preparazioni vegetali a base di cannabis, con lo scopo di rendere più agevole l'assunzione di tali medicinali da parte dei pazienti.

Infine, vengono assicurate una campagna di informazione, in capo al Ministero della Salute, finalizzata a favorire la conoscenza e la diffusione delle modalità di utilizzo di tali farmaci, la predisposizione di un programma di aggiornamento ciclico del personale medico sul potenziale curativo della cannabis, e la promozione di ricerche, nelle Università e nelle società medico-scientifiche, non solo su un utilizzo adeguato dei preparati vegetali, ma anche sulla stessa diversità genetica della cannabis.