A dir poco spaventosa la situazione che emerge da alcuni documentari tedeschi che hanno studiato una delle fasi di produzione industriale di quella che potrebbe essere la marca di dolciumi più amata al mondo. L'Haribo, quella delle famose caramelle gommose a forma di orsetto, è ora sotto accusa per le condizioni miserabili dei operai che in Brasile collaborano con l'azienda. Il loro lavoro consiste nel raccogliere la cera di carnauba che in un secondo momento verrà impiegata per rendere lucidi i celebri orsetti gommosi della nota casa di produzione delle caramelle ed evitare che diventino appiccicose.

Il compenso per un lavoro così sfiancante è dato dai 12 dollari al giorno che vengono loro concessi. Gli operai in questione sono inoltre costretti a dormire all'aperto e come se non bastasse, l'accesso ai servizi di base, come quello all'acqua potabile, non viene garantito. Le condizioni di vita che queste persone sono costrette a tollerare giorno dopo giorno sono scandalosamente inaccettabili.

Un fenomeno più esteso

Ma il vero problema è soprattutto determinato da quelle che verosimilmente potrebbero essere le dimensioni ben maggiori di un fenomeno internazionale. Per fare un esempio, l'Haribo non è presente con le sue industrie soltanto in Brasile, ma anche altrove. In effetti la casa di produzione di caramelle, attiva dal 1920, ha impiegato oltre 7000 persone in ben 10 differenti paesi.

Pertanto, la possibilità che l'azienda sia protagonista di comportamenti non del tutto appropriati dal punto di vista della gestione della manodopera negli altri 9 paesi, non è del tutto nulla, sebbene per il momento non vi siano prove di nessun tipo a sostegno di questo sospetto.

Spaventosa anche la possibilità più che consistente che anche altre aziende abbiano per una ragione o per un'altra deciso di ignorare quelli che quanto meno in linea teorica dovrebbe essere dei diritti universali da riconoscere in ogni paese della terra, come il diritto ad un reddito degno di questo nome, ad un giaciglio per la notte e all'accesso all'acqua potabile.

Molti altri marchi necessitano della cera di carnauba che viene ottenuta proprio nelle coltivazioni di alcune specie di palme nella parte nordorientale del Brasile. Molte sono tra l'altro le regioni della terra che dovrebbero essere tutelate dal punto di vista lavorativo perché povere e con un accesso all'istruzione scarso o perfino nullo.

Ma la vera grande questione che sarebbe il caso di tenere a mente è il fatto che, in un mondo in continuo cambiamento nel quale gli ultimi possono veramente diventare i primi in qualunque momento e le potenze nazionali più ricche impoverirsi a favore di quelle più fragili, il mondo occidentale che ha il grosso delle responsabilità, dovrebbe agire in maniera previdente non soltanto per una questione di solidarietà ma anche di lungimiranza. Tutto quello che in Brasile fa rabbrividire il lettore europeo medio, potrebbe rischiare di diventare una realtà piuttosto comune nel nostro continente.