Queste sono le notizie che non vorremmo mai sentire: la morte di giovani ragazzi a causa di incidenti stradali. Questa volta, però, ciò che fa più male è che un suo coetaneo che si trovava sul luogo dell'incidente in quel momento, invece di fare qualcosa per aiutare la vittima, ha pensato bene di avviare una diretta Facebook, chiedendo ai suoi amici come avrebbe dovuto comportarsi.
"Chi mi segue faccia qualcosa"
Un ragazzo di appena 24 anni, intorno alle 4 del mattino, stava percorrendo con il suo motorino una strada di Rimini quando, improvvisamente, ha perso il controllo e si è schiantato contro un albero.
L'impatto è stato violentissimo, con il giovane che è rimasto a terra agonizzante. A quell'ora la cittadina era semi-deserta, con pochissimi passanti che si sono recati sul luogo dell'incidente per vedere cosa fosse accaduto. Tra loro c'era anche Andrea Speziali, un 29enne di Rimini che, invece di cercare di rendersi utile, ha preso il cellulare e ha avviato una diretta Facebook.
Senza rispetto né pudore, ha raccontato ai suoi amici ciò che stava vedendo, chiedendo come avrebbe dovuto comportarsi. Gli ultimi istanti di vita del 24enne sono stati immortalati dallo smartphone del coetaneo che, non sapendo cosa fare, ha ben pensato di filmare la sua testimonianza sui social network. Gli amici lo hanno insultato e istigato a chiamare i soccorsi per salvare la vita al ragazzo.
I social ormai fanno parte della nostra vita: dal profilo personale alla pagina della nostra azienda che usiamo per promuovere la nostra attività, però per fortuna ad episodi di questo genere non siamo ancora abituati. Riprendere un evento drammatico come spettatore esterno è qualcosa di assurdo e orribile. I giovani d'oggi, purtroppo, sono troppo presi dalla Tecnologia, e spesso perdono il contatto con la vita reale.
E così ogni momento diventa buono per avviare una diretta e per spettacolizzare qualsiasi cosa, anche la morte.
Il pentimento del 29enne
Probabilmente sarà stato lo shock, il panico, la sensazione di impotenza. Così il giovane 29enne di Rimini ha tentato di giustificarsi: "Volevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa". Ha detto che voleva condividere il suo dolore e che si sentiva solo, aggiungendo che era stato invitato a non avvicinarsi al 24enne riverso sull'asfalto, perché a breve sarebbe arrivata sul posto un'ambulanza.
Ha giurato che non cercava notorietà e ha chiesto scusa a tutti, specialmente alla famiglia del ragazzo. Infine ha accusato questa società di cui si sente vittima e che non ha più valori. Infine ha rivelato di aver chiamato il Vaticano per chiedere una preghiera per il giovane deceduto.