Rosario Marcianò è un ricercatore indipendente che da molti anni monitora e studia diversi fenomeni legati alla geoingegneria. In particolare è noto per aver ideato il sito Tanker enemy, dal quale scrive articoli che riguardano il fenomeno delle scie chimiche (chemtrails). Oggi lo abbiamo intervistato su un progetto molto interessante che sta portando avanti: la macchina della pioggia. Leggiamo anche tutti i dettagli sulla sua pagina ufficiale, allegando anche un video che mostra il funzionamento della macchina della pioggia.
Cos’è il rainmaker?
"Il "Rainmaker" è un generatore multi modulare di ioni negativi. Poiché ogni macchina copre circa un chilometro quadrato, è la quantità a fare la differenza. Cioè se in un centro abitato di 60mila abitanti venissero utilizzate cinquanta macchine, allora si avrebbero dei risultati significativi", ci spiega Marcianò.
Il funzionamento di questa innovativa e strepitosa macchina è descritto molto bene nella sua pagina facebook ufficiale.
Quindi come funziona nella pratica, e soprattutto qual è la sua funzione?
Il funzionamento potrebbe apparire complesso ai non addetti ai lavori che volessero dotarsi di un'analoga macchina. Per questo Marcianò pubblica diversi video, come quello incorporato più avanti, nei quali spiega il meccanismo.
In sostanza, ci dice Marcianò, "gli ioni negativi tendono a salire ed aggregarsi ai nuclei di condensazione, mentre le polveri inquinanti, che hanno carica positiva, sono attratte verso il dispositivo". Con il risultato che si aumenta la probabilità che piova, come spiegato nel video. La macchina, prosegue Marcianò, "serve soprattutto per abbattere le polveri sottili. Inoltre, se utilizzata insieme ad altre macchine dello stesso tipo, può produrre pioggia.
Chi volesse aderire a questo progetto, cosa potrebbe fare?
Come ci spiega il ricercatore, la macchina della pioggia è in fase di test e di ricerca. Per questo sul suo sito Tankerenemy è possibile contribuire non solo con una donazione, ma anche aderire alla rete degli ionizzatori. Lo specifica riferendosi chiaramente al fenomeno delle irrorazioni nei cieli.
Il Rainmaker è stato infatti progettato per far parte di una rete più ampia di apparati che funzionino all'unisono.
Perché e come il rainmaker può agire in maniera positiva sull’inquinamento atmosferico?
Alla domanda in questione, Marcianò ci dice che "un Network di centinaia di macchine in ogni città potrebbe risolvere il fenomeno dell'inquinamento atmosferico. Questo perché potrebbe abbattere le polveri sottili e quindi agire anche sulla riduzione delle nebbie chimiche di ricaduta".
Ci sono dei brevetti dietro questa macchina della pioggia?
Infine abbiamo chiesto al ricercatore si vi siano dei brevetti in essere. Marcianò ci risponde parlando della tecnologia ATLANT™, della quale si può leggere in dettaglio sul suo sito e ancora sulla sua pagina Facebook.
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