Erano diventate un peso quelle 135 pecore che non producevano più un latte di qualità. E per questo motivo un allevatore di 62 anni – originario di Ploaghe – le avrebbe sgozzate una ad una, insieme anche ai quattro cani da pastore. Uno forse si è salvato. Tutto questo ai piedi del colle di Santa Giusta, nella zona di “Pala’ e Chercu, a Ploaghe. L’uomo – conosciuto per il suo carattere schivo e solitario – ora avrebbe fatto perdere le sue tracce. Per questo motivo gli agenti della Forestale e gli uomini della Polizia locale – che hanno ritrovato un lago di sangue in quel terreno – hanno subito pensato all’allevatore 62enne, volto conosciuto dalle forze dell’ordine per il suo carattere violento.

Gli agenti infatti sono stati avvertiti da un gruppo di allevatori del paese che avevano sentito l’odore davvero insopportabile delle carcasse provenire da quel terreno.

La crudeltà

Secondo una prima ricostruzione le povere bestie sarebbero state prima tramortite con un grosso bastone di legno e poi sgozzate con un coltello piantato in gola. Un cane da pastore forse riuscirà a sopravvivere, considerando che è stato affidato ai veterinari della Clinica Universitaria di Sassari, dove gli è stato asportato un occhio ed è stato medicato per le profonde ferite alla testa. L’assurda scoperta ha sconvolto il piccolo paese di Ploaghe che non è assolutamente abituato a questo tipo di crudeltà. Le povere pecore sono state sistemate in una grande fossa che poi è stata ricoperta di terra e calce viva, per evitare qualsiasi problema.

Tutte le operazioni di smaltimento sono state effettuate dal servizio veterinario della Asl, in collaborazione con gli operai del Comune di Ploaghe, ancora scossi per l’accaduto.

La fuga?

I sospetti delle Forze dell’Ordine si sono fatti più reali quando l’allevatore si è reso irreperibile. Anche considerano il fatto che l’uomo non era proprio uno stinco di santo.

Circa 20 anni fa infatti – nel 1988 esattamente – l’allevatore aveva fatto fuoco contro un vicino di casa che aveva avuto la brillante idea di mettersi in mezza durante una lite tra il 62enne e l’anziano padre. L’uomo era stato arrestato di Carabinieri che nella sua abitazione avevano recuperato tre chili di polvere da sparo, 150 cartucce, 15 metri di miccia a lenta combustione, una pistola ed un fucile. Per questo era finito in un ospedale psichiatrico dal quale però era uscito dopo breve tempo per poi rifare rientro in paese, per continuare la sua vita solitaria.