All'indomani della strage di Las Vegas, che è stata definita "la più grave sparatoria di massa nella storia recente degli Stati Uniti", il sedicente stato islamico ha rivendicato l'attacco. I morti, al momento, sono circa 60 e circa 500 i feriti. L'autore della strage si chiamava Stephen Paddock, aveva 64 anni e aveva sempre vissuto in America. Si sarebbe ucciso nella stanza del Mandalay Bay, da cui sembra l'uomo abbia scaricato la sua follia sul pubblico che stava assistendo ad un concerto country.

I dubbi

Nel pomeriggio di ieri (lunedì) l'Isis ha rivendicato la strage tramite la sua agenzia di stampa, Amaq, affermando che Paddock fosse un soldato dello Stato Islamico che avrebbe risposto alla richiesta di colpire i paesi che stanno fronteggiano gli estremisti islamici in Iraq e Siria.

Come riporta "il Post", un'analista del New York Times ha fatto notare che il messaggio dell'Isis appare molto vago e sfumato; secondo lei sarebbe più probabile che Paddock abbia agito da solo, magari in risposta a una qualche ideologia, ma senza aver avuto contatti diretti con l'Isis. Pare, per adesso, molto improbabile che l'uomo, residente a Las Vegas da anni, abbia potuto avere contatti diretto con il Califfato. L'uomo sembrerebbe inoltre anagraficamente lontano dal target preferito dall'Isis, che riesce ad affiliare in genere giovani ed adolescenti, o comunque persone fino ai 50 anni i età. I 64 anni di Paddock lasciano qualche dubbio. La polizia spera che le indagini sul cellulare dell'uomo possano aiutare a chiarire la situazione; se Paddock, per esempio, risultasse iscritto ai canali Telegram di solito utilizzati dall'Isis, questo potrebbe rivelarsi un elemento per collegarlo allo Stato Islamico.

Rivendicazioni sbagliate

Non è una novità infatti, che lo Stato Islamico abbia iniziato a rivendicare attacchi cui in realtà non c'entra nulla. Probabilmente dicono gli esperti, perché in questo modo può aumentare la sua propaganda e dimostrare ulteriormente la sua forza. Altrimenti si potrebbe trattare di semplici rivendicazioni errate.

Lo Stato Islamico, infatti, avrebbe diversi seguaci e lupi solitari ingaggiati tramite internet. Lo stesso Isis invita spesso i suoi affiliati ad agire autonomamente; viene quindi naturale supporre che non sempre abbia il controllo di cosa questi lupi solitari poi effettivamente facciano. Ad inizio giugno l'isis rivendicò un attacco a Manila, ma si scoprì che non ne aveva nessuna responsabilità. Alcune settimane fa ha annunciato di essere responsabile dell'esplosivo ritrovato all'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, anche qui senza prove convincenti.