Nessuna macchinazione nel racconto e tantomeno alcun 'complotto'. Per il gip di Firenze, Mario Profeta, è credibile la versione dei fatti delle due studentesse americane di 19 e 20 anni che la notte tra il 6 e il 7 settembre denunciarono di essere state violentate da due carabinieri in servizio conosciuti nella discoteca "Flò" mentre cercavano un taxi e che si offrirono di accompagnarle a casa. Sono gravissimi gli indizi di colpevolezza a carico dell'appuntato Marco Camuffo, 50 anni, e del carabiniere scelto Pietro Costa, 32 anni. Le ragazze non hanno ordito alcun inganno: i rapporti sessuali si sono consumati contro la loro volontà, o comunque senza che vi fosse un loro percepibile consenso.
E' scritto nell'ordinanza di 9 pagine emessa dal gip lo scorso 21 settembre, resa pubblica solo ora, in cui il gip ha rigettato la richiesta del pm di interdizione di un anno dei due militari: basta la sospensione dal servizio disposta dall'Arma.
L'ordinanza del gip
L'ordinanza ripercorre i fatti accaduti quella notte attraverso il racconto delle due ragazze americane a partire dalle 3 e 48, quando arriva una chiamata confusa e in un italiano stentato al 113 delle due che denuncia una violenza da parte dei 2 militari che loro chiamano poliziotti. Una delle 2 sostiene di aver subito violenza in ascensore dove è entrata in compagnia del carabiniere più giovane, mentre l'altra sul pianerottolo con il più anziano che la stupra spingendola davanti al davanzale della finestra.
Racconto avvalorato dalle telecamere
Racconto confermato dalle 2 coinquiline e dalla tutor giunta quella notte anche a fare da interprete e avvalorato dalle telecamere. Quelle della discoteca "Flo" che finito l'intervento di 3 pattuglie per sedare una rissa, riprendono i due Carabinieri all'interno del locale a prendere un caffè e alle 2 e 46 le ragazze salire sulla gazzella.
Alle 3 e 14, la telecamera di un negozio inquadra la Fiat Bravo dei carabinieri che imbocca Borgo Santi Apostoli dove abitano le ragazze, per poi riuscire alle 3 e 32. 16 minuti dopo, c'è la chiamata al 113. Nell'ordinanza sono anche riportati i valori del tasso alcolemico elevatissimo che presentavano le 2 americane. Il gip ha affidato a Marina Baldi, medico legale di Roma, l'incarico di rilevare il dna sugli abiti sequestrati alle ragazze.
I risultati si avranno a dicembre.
Il racconto dei carabinieri
Entrambi i carabinieri hanno sostenuto che le 2 fossero consenzienti e che non sembrassero ubriache. L'appuntato Camuffo, il primo dei 2 ad essersi presentato spontaneamente in procura due giorni dopo la denuncia, ha raccontato che mentre erano in discoteca, si erano avvicinate le 2 ragazze a cui serviva un taxi per tornare a casa. Non trovandone uno, si sono offerti loro di accompagnarle. Una volta nel portone, Camuffo sostiene di aver visto il collega che baciava la ragazza col vestitino rosso. E così anche lui e l'altra ragazza si sono baciati. Camuffo è salito a piedi con l'altra e, giunto al terzo piano, ha avuto un rapporto sessuale sul pianerottolo.
Quindi la ragazza gli avrebbe chiesto il suo numero di telefono annotandolo su WhatsApp. L'altro, Pietro Costa, che invece si è presentato in procura successivamente, il 12 settembre, ha fatto lo "scaricabarile" sostenendo di aver sbagliato, ma di aver fatto tutto quello che diceva il capopattuglia. Camuffo gli aveva detto che avrebbero accompagnato loro le 2 ragazze a casa e così hanno fatto, ma senza avvisare la centrale. La ragazza bionda gli avrebbe preso la mano e baciandolo invitato a salire. Ma l'amica le avrebbe detto che non potevano entrare in casa. Hanno avuto un rapporto sessuale in ascensore. Poi entrambe le ragazze sarebbero entrate in casa tranquillamente.