Fino al giorno precedente, si riteneva che i suoni raccolti dai sonar nell’Oceano Atlantico provenissero dal sommergibile San Juan, scomparso la settimana scorsa. La marina militare Argentina, congiuntamente a quella americana, aveva infatti individuato dei particolari rumori che potevano rimandare a un tentativo di comunicazione attraverso il sistema Morse. Tuttavia, in breve tempo il governo argentino ha smentito la notizia, affermando che ciò che risultava essere “il rumore di colpi battuti su uno scafo in profondità” è in realtà un suono di provenienza biologica.

Le prime ipotesi lasciavano supporre che attrezzi navali stessero battendo contro le pareti dello scafo, ma l’insensatezza delle presunte “comunicazioni” hanno prontamente lasciato accantonare questa possibilità. Le emissioni rumorose sarebbe state rilevate presso la penisola di Valdes, a circa 300 chilometri dalla terraferma. Le probabilità di un incidente di percorso sono le più elevate, dal momento che, soltanto nella giornata di ieri, il portavoce della Marina Gabriel Galeazzi ha rivelato che il sottomarino argentino aveva segnalato un guasto tecnico. In seguito all’incidente, la base di Mar del Plata avrebbe ordinato alla nave di fare ritorno, ma dopo quel momento le comunicazioni hanno subito un’interruzione.

Perfino le sette chiamate senza risposta captate dalla Marina non proverrebbero dal comando satellitare del sottomarino, ma da imbarcazioni non distanti. Nel frattempo, le ricerche proseguono ma senza troppa velocità, dal momento che le condizioni metereologiche non sono favorevoli. Le navi di ricerca sono comunque impegnate al fine di scandagliare il fondo marino per salvare l’equipaggio (o ciò che ne resta) e risolvere il mistero.

L’Armada navale argentina sa bene che le ricerche devono avvenire in fretta, dal momento che le riserve d’ossigeno del sottomarino hanno una durata di 7 giorni.

L’Oceano Atlantico è abbastanza noto per il numero di sparizioni navali avvenute nel corso della storia. Navi imponenti sono scomparse senza lasciare traccia, soprattutto nella zona del cosiddetto Triangolo delle Bermuda, nei pressi del Mar dei Caraibi.

I lettori di notizie più fantasiosi hanno elaborato le ipotesi più suggestive, quali rapimenti di alieni o portali dimensionali sotto la superficie del mare. Ovviamente, nel presente caso del sottomarino San Juan, si lascia esclusivamente spazio a ipotesi più realistiche, con la speranza, per la Marina argentina, di ritrovare i propri camerati sani e salvi nelle profondità del mare.