Il settimanale Oggi ha svelato l'incontro avvenuto sabato 11 novembre tra Antonio Di Pietro e Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, condannato in secondo grado all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. Il confronto si è tenuto a Curno (provincia di Bergamo), dove risiede attualmente l'ex magistrato. La Comi è stata accompagnata dal fratello e dalla cognata. Secondo quanto riportato, il fine era di ricevere un parere e consigli su quali passi seguire dopo la sentenza della corte d'appello d'Assise. A scanso di equivoci, occorre sottolineare come la Comi non ha chiesto a Di Pietro di entrare nel pool che si occupa della difesa del marito.

Le dichiarazioni di Di Pietro dopo l'incontro

Antonio Di Pietro ha raccontato al settimanale alcuni dettagli dell'incontro di sabato scorso, confermando gli attimi di tensione vissuti. Fondamentalmente, Di Pietro si trova in disaccordo sulla linea difensiva che la famiglia di Bossetti vuole mantenere in Cassazione, terzo e ultimo grado di giudizio della giustizia italiana. L'ex leader di Italia dei Valori ha rimarcato la volontà dei primi a proseguire nella denuncia agli inquirenti, ritenuti gli autori di una congiura ai danni di Bossetti. Su questo punto, le due parti si sono trovate distanti, senza riuscire a raggiungere un punto d'incontro.

La linea difensiva da seguire, secondo l'opinione di Antonio Di Pietro, è un'altra.

In primis bisogna ancora puntare sulla superperizia, dal momento che è possibile rifarla non essendo i reperti andati distrutti, come sostiene il perito Casari. In secondo luogo, ha spiegato il noto magistrato di Mani Pulite al settimanale Oggi, c'è la possibilità che venga riconosciuto il diritto di difesa leso, poiché "la comparazione dei reperti è stata fatta quando gli avvocati di Bossetti erano assenti".

'Non avrei accettato l'incarico'

Tra momenti di tensione ed effetto sorpresa, l'incontro nell'abitazione di Curno è durato alcune ore, tempo durante il quale Di Pietro non ha mai ricevuto la proposta di entrare nel pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti. A confermarlo è stato lo stesso ex onorevole e ministro italiano, che ci ha però tenuto a sottolineare un dettaglio importante, di non aver mai avuto l'intenzione di accettare l'incarico eventualmente gli fosse stato offerto dalla famiglia del muratore di Mapello.

Non rimane adesso che attendere gli sviluppi del caso. Con ogni probabilità, gli avvocati difensori di Bossetti ricorreranno al giudizio della Corte Suprema. Saranno dunque i giudizi della Cassazione a decidere se il marito della Comi dovrà restare in carcere, come indicato nella sentenza d'appello.