La Svizzera, o più precisamente Albinen, un comune nel Canton Vallese ha deciso di indire un referendum, aperto ai 248 abitanti, in cui si deciderà se sovvenzionare coloro che decideranno di andare a vivere nel tranquillo paesino. Il 30 Novembre si terrà la votazione, in cui verrà posto il quesito se elargire 25 mila franchi ad ogni adulto e 10 mila per ogni bambino che costruiranno casa ad Albinen. La cifra è piuttosto sostanziosa, infatti, prendendo ad esempio una famiglia tipo formata da 4 persone – 2 adulti e 2 bambini – l'incentivo che essi riceverebbero sarebbe di 70 mila franchi, ovvero 60 mila euro.
Ovviamente, il comune ha provveduto a mettere una clausola per ottenere gli incentivi: i nuovi cittadini devono avere meno di 45 anni e garantire il domicilio nel paese per almeno 10 anni.
Perché predisporre tali incentivi?
Il motivo che ha spinto il comune svizzero, come tanti altri paesi della nazione, ad offrire una somma così ingente per attirare nuovi abitanti è lo spopolamento. Molti giovani, molte famiglie, preferiscono andare ad abitare in città più grandi, poiché attratti dalle migliori prospettive di vita presenti negli agglomerati sociali più grandi. È innegabile difatti, che la qualità della vita, soprattutto per il cluster di popolazione a cui si rivolge la proposta del comune di Albinen – ovvero persone con meno di 45 anni – è nettamente migliore in una città rispetto che ad un piccolo paesino.
Si considerino due parti essenziali della vita di un individuo: l'intrattenimento e il lavoro. Per quanto riguarda lo svago è innegabile che nelle città popolose i servizi siano più numerosi e migliori, il terziario sia maggiormente sviluppato e il clima, in generale, sia più dinamico e stimolante dal punto di vista delle relazioni interpersonali che il soggetto può allacciare.
Il ruolo della globalizzazione
Richard Baldwin, nel suo libro “La Grande Convergenza”, spiega in modo lucido e analitico come la globalizzazione si sia manifestata nel mondo in più ondate. Inizialmente, dal 1820 in poi, a causa della scoperta del motore a vapore, il costo del trasporto della merce si è abbassato notevolmente, permettendo alle nazione di commerciare in modo più fluido e di abbandonare progressivamente l'idea dell'autarchia.
Oggi, secondo l'economista, si è di fronte ad una nuova situazione: non solo i costi dello scambio dei prodotti è molto basso ed ogni luogo può essere raggiunto velocemente dalle spedizioni, ma si è aggiunto un nuovo fattore che ha rivoluzionato il mondo: la venuta di Internet e delle telecomunicazioni. Dal 1990 in poi, il miglioramento esponenziale nelle telecomunicazioni ha permesso ai paesi più ricchi del globo di insegnare il 'know-how' ai paesi in via di sviluppo, coordinando il tutto grazie ai nuovi mezzi a loro disposizione. Ciò significa che c'è stato uno spostamento della produzione effettiva dei beni nei paesi più poveri, dove gli stipendi sono più bassi, mentre tutta la parte del pre-produzione e post-produzione è rimasto ai lavoratori dei paesi più ricchi, i quali sono mediamente più istruiti e con maggiori competenze.
Tutto ciò che riguarda il terziario, è diventato quindi sempre più importante nel PIL dei paesi già industrializzati. Come diretta conseguenza avviene che le multinazionali che regolano i tutti i servizi finanziari, di sviluppo delle idee, del post-vendita, vengono concentrati nelle grandi città, che attraggono giovani istruiti in cerca di lavori redditizi e in linea con i loro studi. Baldwin, nel suo libro e nei vari saggi, offre un punto di vista molto chiaro della situazione globale attuale, descrivendo appunto anche il fenomeno sempre più in crescita dello spostamento dalle zone rurali alle grandi città che sta avvenendo in contemporanea sia nei paesi in via di sviluppo che nei paesi industrializzati, come la Svizzera.