"Tra tre anni questi sono fuori e ci vengono ad ammazzare, che me l'hanno promesso" dice l'anziana signora. "Sono troppo vicini a casa nostra, abitano a soli 10 chilometri da noi e quando vengono fuori vengono un'altra volta ce la fanno pagare, ce l'hanno promesso", aggiunge ugualmente atterrito l'uomo che le sta accanto. Loro sono i coniugi Ennio Libero Bendini e Rosina Fracasso, di 87 e 86 anni che ieri erano presenti in aula alla lettura della sentenza emessa dal tribunale di Rovigo nei confronti di 2 marocchini, entrambi senza fissa dimora, disoccupati e con precedenti, che dopo essersi introdotti in casa loro a Piacenza d'Adige (Padova) li hanno ferocemente aggrediti e rapinati in una terribile notte del luglio 2016.

Sono stati condannati a 7 anni e 4 mesi ciascuno. Il 27enne Abderrahim Benhicham e il 34enne El Abidine Haidoufi Zindi, hanno usufruito del rito abbreviato. Per loro l’accusa aveva chiesto 12 anni. Abderrahim Benhicham dopo 20 giorni dal crimine, aveva beneficiato degli arresti domiciliari dopo aver presentato ricorso. Un terzo complice è ancora latitante.

Cosa accadde la notte del 20 luglio

Una notte che l'anziana coppia non dimenticherà mai più. Era il 20 luglio del 2016, Rosina ed Ennio stavano dormendo nel loro casolare di campagna, quando sono stati svegliati di colpo. Tre rapinatori armati di coltello e a volto coperto, gli hanno intimato di consegnargli soldi e oro, e giù botte e torture.

Ennio è stato aggredito e, dopo avergli rotto il naso e lo zigomo, ha implorato di fargli prendere il bastone avendo difficoltà a camminare e invece l'hanno scaraventato per due rampe di scale. "Uno con la calza nera in viso che non potevo riconoscere mi stava tirando via la fede dalla mano, ma visto che avevano il coltello, la paura era che mi tagliassero il dito perché la fede non usciva", ha raccontato Rosina.

Lei è stata ferita con un ferro da stiro rovente perché rivelasse un nascondiglio di un tesoro familiare inesistente e il pin del postamat. Poi i banditi si sono fatti consegnare 300 euro, la tessera postamat, il codice pin, le fedi e qualche gioiello. Rosina ha poi dato l'allarme chiamando i carabinieri. Entrambi gli anziani, vigili ma sotto choc, hanno trascorso quasi 2 mesi in ospedale per le ferite riportate.

Il trauma e il danno psicologico subiti sono indelebili. I due condannati sono stati poi arrestati a settembre dalla compagnia dei carabinieri di Este perché la moglie di El Abidine Haidoufi Zin, era andata presso un "Compra oro" di Rovigo per vendere il bottino: nemmeno 2mila euro.

La sentenza

La sentenza del Tribunale di Rovigo non ha accolto la richiesta del pm che aveva chiesto 12 anni di detenzione ciascuno per tentato omicidio. "Non hanno alzato la testa. Credo che si siano vergognati", ha detto Rosina. La pena dal momento che due persone anziane, fragili e indifese sottoposte a torture, hanno rischiato di morire, è sembrata a molti troppo lieve. Nel commentare ieri nel corso della trasmissione "La vita in diretta" di Rai Uno la sentenza, l'ex comandante dei Ris, Luciano Garofano si è chiesto: "quali sono state le attenuanti che hanno portato a diminuire una pena già non adeguata?" E ha aggiunto: "Non sono adeguate a reati gravi e l'esecuzione è altrettanto limitata.

I magistrati applicano la legge, ma non è più adeguata ad un tasso criminale così feroce. Dopo 3 anni cominceranno ad uscire". E la criminologa Roberta Sacchi, a proposito della ferocia dei rapinatori ha aggiunto: "E' la cocaina che ci presenta il conto, tanti anni di danni da sostanze psicotrope che hanno liberato una carica aggressività spropositata contro persone anziane".