Recentemente, diversi media internazionali e siti web di controinformazione avevano annunciato che la città siriana di Deir Ezzor era stata riconquistata dalle forze militari facenti capo al governo di Bashar Al Assad. La città era diventata uno dei più importanti 'avamposti' dei militanti dell'autoproclamato Stato Islamico, insieme all'ex capitale del Califfato Raqqa. Come riporta il 'Corriere Della Sera', secondo l'opposizione anti Assad non tutta la città è stata definitivamente liberata e vi sono ancora zone che rimangono sotto il controllo dell'ISIS.
La strage dell'ISIS nel campo profughi di Deir Ezzor
Proprio gli stessi miliziani dell'autoproclamato Stato Islamico si sono macchiati di un'ennesimo attacco terroristico a Deir Ezzor. Come riportato dallo stesso articolo del 'Corriere Della Sera', un'autobomba dei miliziani jihadisti ha colpito il campo profughi della città facendo circa cento morti e più di un centinaio di feriti.La strage non ha avuto nessuna rivendicazione ufficiale da parte dei miliziani dell'organizzazione islamista radicale ma le modalità dell'attacco sono state descritte essere quelle classiche dell'ISIS. L'organizzazione umanitaria 'Save The Children' ha denunciato la difficile situazione della città siriana.
La nuova strategia terroristica del Califfato
La strage di Deir Ezzor rientra perfettamente nella nuova strategia terroristica che i militanti dell'ISIS hanno recentemente elaborato, una nuova 'strategia del terrore' utilizzata a seguito delle pesanti sconfitte in Siria e Iraq che hanno quasi del tutto smembrato lo stesso territorio occupato dall'autoproclamato Stato Islamico.L'aspetto principale di questa nuova strategia del terrore firmata ISIS è quella di far ricorso a sempre più numerosi e violenti attacchi terroristici, sia in Medio Oriente che in Occidente.Tenendo conto di ciò, la recente strage di New York risulta essere emblematica in questo e non è improbabile che i miliziani del Califfato stiano preparando nuovi attacchi su larga scala contro gli stessi paesi occidentali.
Il fatto è che utilizzando questa strategia sempre più sanguinaria la stessa ISIS spera di continuare a sopravvivere e riprendere quei territori che le forze irachene e siriane,così come i guerriglieri curdi e i gruppi appoggiati dall'Occidente, hanno e stanno da diverso tempo riconquistando .