E se fossero innocenti? Sono trascorsi quasi 11 anni e ci sono stati 3 gradi di giudizio ma, da ieri, la domanda pare abbia un qualche fondamento. Olindo Romano e Rosa Bazzi, il netturbino e la casalinga che scontano l'ergastolo per la strage di Erba, un bagno di sangue per contrasti tra vicini di casa, invecchiati, ieri hanno rimesso piede in un'aula di tribunale del palazzo di Giustizia di Brescia. Motivo: i loro difensori hanno chiesto l'incidente probatorio su reperti finora mai analizzati sul luogo dell'eccidio. 'Nuove' prove potrebbero ribaltare una storia giudiziaria che, dopo la condanna definitiva della coppia all'ergastolo con 3 anni di isolamento diurno, sembrava chiusa.
Di nuovo in aula
La Corte d'Appello di Brescia ha detto sì accogliendo la richiesta dei difensori dei coniugi Romano: potranno essere analizzati un accendino, un mazzo di chiavi, alcuni indumenti delle vittime, tracce di peli, tra i reperti finora mai presi in considerazione. I coniugi Romano ora sperano che ci sia la revisione del processo. Fabio Schembri, uno dei loro difensori, dopo l'udienza di ieri, si dichiara cautamente soddisfatto e fiducioso. Il prossimo 16 gennaio, il collegio presieduto da Enrico Fischietti, nominerà il perito, probabilmente il colonnello Giampietro Lago, comandante dei Ris di Parma. La difesa ritiene che il risultato di queste analisi possa appurare la presenza di terzi sulla scena del crimine che non sono né le vittime né i condannati, per poi chiedere alla Suprema Corte la revisione del processo.
La Procura generale ha dato parere favorevole all’esame di tutti i reperti.
La strage
La sera dell'11 dicembre 2016, in un caseggiato di Erba, cittadina in provincia di Como, furono uccise a coltellate e colpi di spranga 4 persone: Raffaella Castagna con il figlio Youssef di 2 anni e mezzo sgozzato mentre l'abitazione andava a fuoco, Paola Galli, mamma di Raffaella, Valeria Cherubini, la vicina del piano di sopra, mentre suo marito Mario Frigerio, malgrado le gravi ferite, riuscì a sopravvivere perché ritenuto dai suoi aguzzini morto.
Dopo essere stati arrestati, i coniugi vicini di casa con cui le vittime avevano avuto violenti alterchi, confessarono separatamente di essere gli esecutori della strage, facendo un racconto dettagliato che trovò alcune corrispondenze con i riscontri fatti dai medici legali, eccetto poi ritrattare, sostenendo che la confessione gli fosse stata estorta dagli inquirenti.
Da allora, si sono sempre proclamati innocenti. Contro di loro, il sopravvissuto Mario Frigerio, morto nel 2014, che indicò Olindo come l'autore della strage. La difesa ha sempre ritenuto il suo racconto contraddittorio, ma non l'ha mai controinterrogato. Inoltre, nell'auto di Rosa e Olindo furono trovate tracce di sangue. Possibile siano finite là in modo casuale come sostiene la difesa? La coppia fu condannata all'ergastolo il 13 dicembre 2007.
Cruciale l'esame di una tenda
La difesa punta sull'esame di una tenda che era nella casa della vicina, Valeria Cherubini, accanto alla quale fu scoperto il cadavere. Sarebbe una tenda lacerata da una coltellata e macchiata di sangue, mai esaminata, a poter scagionare Olindo e Rosa, dimostrando che in quella casa non sarebbero mai saliti.
Olindo ha sempre dichiarato di aver colpito la donna sul pianerottolo davanti la porta di Raffaella Castagna, ma non ha mai detto di averla inseguita, raggiunta e uccisa nella sua mansarda. Nessuno avrebbe visto Olindo e Rosa scendere le scale. Un punto cruciale su cui, oltre la difesa, punta Luca D’Auria, parte civile per Azouz Marzouk, marito tunisino di Raffaella e padre di Youssef anche lui innocentista. Ci sarà un clamoroso ribaltamento processuale?