Una triste e tragica storia, questa, che arriva direttamente dalla Gran Bretagna. Una storia cominciata nel maggio scorso e conclusasi nella giornata di ieri. Una vicenda che ha in sé dell'incredibile se si tiene conto del fatto che protagonista è un giovane londinese trentunenne, ex istruttore in una palestra del Galles, che ha ammazzato brutalmente una bambina di diciotto mesi, sua figlia adottiva da sole due settimane. Un omicidio che ha tragicamente scosso e al contempo indignato la Gran Bretagna intera.

La vicenda

Matthew Scully-Hicks è un uomo di trentuno anni, residente nel Galles insieme al marito Craig, con il quale ha contratto matrimonio nel 2012.

Entrambi desideravano formare una vera famiglia, una famiglia con dei figli. Così, la coppia omosessuale (dapprima intenzionata a ricorrere alla maternità surrogata) è riuscita ad adottare inizialmente un bambino, la cui identità è tenuta segreta per motivi di privacy e, successivamente, ha adottato la piccola Elsie, una graziosa bambina di diciotto mesi.

Siamo nel mese di maggio 2017, sono appena trascorse due settimane da quando la coppia ha ottenuto in modo definitivo l'adozione della piccola, quando - senza un motivo apparente - il trentunenne Matthew comincia a picchiare la figlioletta. Le percosse sono brutali fino a quando la sbatte ripetutamente contro la parete. Un urto, questo, in seguito al quale la bambina batte violentemente la testa, fratturandosi, inoltre, diverse parti del corpo.

Non solo, Elsie viene lasciata agonizzare per quattro giorni, dopodiché vengono chiamati i soccorsi che, prontamente, la trasportano in ospedale. Lì, per la piccola non c'è nulla da fare. Il suo destino è ormai fatalmente e tragicamente segnato: decede poco dopo.

Non era la prima volta

Quell'ultima volta, tuttavia, è preceduta da altre quattro.

Altre quattro volte, infatti, il giovane londinese ha abusato della piccola - 'vulnerabile e indifesa', come l'ha definita il pubblico ministero, portandola in ospedale per fratture e abrasioni. Ma nessuno si era insospettito, nessuno che si fosse chiesto 'perché'.

Persino i servizi sociali di Vale of Glamorgan (Galles) non avevano avuto il benché minimo sentore che 'il mostro' fosse proprio quel padre che, per trascorrere più tempo con lei, aveva lasciato il lavoro.

Le forze dell'ordine stanno procedendo con le indagini anche sul loro operato.

Gli sms

Ciononostante, Matthew, fra le lacrime, si dice innocente, nega di essersi macchiato del sangue della sua figlioletta. Eppure, l'accusa - servendosi delle testimonianze di alcuni vicini di casa - dichiara che l'imputato era solito urlare parolacce nei confronti della bambina.

Inoltre, esistono dei messaggi che Matthew ha inviato al coniuge, nei quali parla della bambina come se fosse Satana travestito. Una bambina che si comporta da vera e propria diva, che si sveglia nel cuore della notte in cerca di attenzioni, una bambina che desidera altro latte, nonostante abbia bevuto una bottiglia intera.

L'uomo rischia una condanna di 25 anni di carcere.