Un tempo c'era il catechismo. Oggi i versetti della Bibbia si imparano in casa. E se sei sfortunato, ad ogni errore volano botte. Lo ha imparato sulla sua pelle una ragazzina americana di 12 anni, torturata dalla madre per aver sbagliato a recitare non il Padre nostro o l'Ave Maria, ma dei versetti interi dell'Antico o Nuovo Testamento, questo non è dato saperlo. E' successo a Middletown, in Pennsylvania. La scellerata madre è arrivata perfino a strangolare la figlia, con quest'ultima che ha reagito riuscendo a divincolarsi e scappare di casa, rifugiandosi dal padre.
Al suo arrivo, la polizia ha arrestato la donna. Ora si trova in carcere, dove dovrà scontare una condanna di cinque anni.
Il "peccato" originale
Errare è umano, perseverare diabolico. Non è un versetto della Bibbia ma forse il motto fatto proprio all'ennesima potenza dalla madre della bambina di 12 anni torturata per aver fatto qualche errore di troppo nella recita del libro sacro per i cristiani. E così, uno strumento di pace e amore fra i più conosciuti al mondo, è stato preso come pretesto per una violenza durata ore nei confronti di una minorenne. Autrice delle torture la madre, dettaglio che non fa altro se non aggravare l'intero quadro.
Un errore, poi un altro. La donna decide di travestirsi da giudice dell'inquisizione e inizia a torturare la figlia.
Calci, schiaffi, morsi, pugni contro l'inerme ragazzina. Alla fine, la madre la obbliga a girarsi di spalle e sdraiarsi sul pavimento. Da dietro, le afferra il collo, per poi stringerglielo. La bambina si ribella, riuscendo miracolosamente a scappare e mettersi in salvo nella casa del padre. La fine di un incubo per la 12enne, che forse mai avrebbe pensato di poter morire per non conoscere a memoria quanto si trova scritto all'interno della Bibbia.
Gli Stati Uniti sono un Paese dalle mille contraddizioni. Se la Bibbia occupa un ruolo fondamentale nel giuramento del nuovo Presidente, le armi da fuoco possono finire in mano spesso a dei minorenni. Senza contare altre "derive", come ad esempio la pena di morte presente ancora in alcuni stati, oppure la guerra quale strumento per garantire "pace e prosperità".
Oggi, gli Usa piangono le vittime dell'attentato avvenuto a New York il 31 ottobre, durante la giornata di Halloween. Un veicolo è piombato sulla pista ciclabile, falciando chi si trovava lì in quel momento. Il bilancio complessivo è di 8 morti e 15 feriti. L'attentatore, di nazionalità uzbeka, vive da sette anni in America. Arrestato dalle forze dell'ordine, ha dichiarato che avrebbe voluto uccidere più persone.