Accadeva esattamente il 26 novembre di sette anni fa. La 13enne Yara Gambirasio, usciva orientativamente dopo le 18.30 dalla palestra dove faceva ginnastica per rientrare a casa. Ma nella sua casa a Brembate di Sopra, distante solo qualche centinaio di metri dalla palestra, Yara non arriverà mai.

Le ricerche

Le ricerche per trovare la giovane furono immense. Centinaia di persone, tra addetti alle forze dell'ordine e volontari, si misero alla ricerca di Yara. La madre, del resto, aveva subito all'allertato la polizia, in quanto sua figlia era solita essere molto puntuale e rispettosa delle regole di casa.

Una vita semplice, racchiusa tra luoghi vicini: la palestra, la casa e l'oratorio. Le speranze dei genitori di trovarla viva furono infrante definitivamente tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011. Il suo corpo senza vita venne ritrovato in un campo a Cingolo d'Isola, a pochi chilometri da Brembate di Sopra.

Le indagini

Per molto tempo indagarono per cercare di dare un volto al colpevole di un omicidio tanto crudele. Migliaia di persone sottoposte al test del Dna, un'operazione avanguardista in Italia. Questo per arrivare ad identificare, tramite tracce di DNA ( chiamato ignoto1) rinvenute all'altezza di un taglio degli slip di Yara. E fu solo dopo anni, quasi tre, dal ritrovamento che venne individuato in Ignoto1 Massimo Giuseppe Bossetti.

Da questo punto in avanti è come se il caso Gambirasio, si fosse trasformato nel caso Bossetti. Molti gli innocentisti che non reputano che le prove del DNA siano state svolte correttamente e chiedono una nuova perizia. Queste persone, molto attive anche su Facebook, più che innocentisti riferiscono essere contro il processo indiziario e credono che a carico di Bossetti non vi siano prove, ma solo indizi.

Il caso diventa famoso anche all'estero. Rossetti viene condannato in primo e secondo grado. Adesso si attende la cassazione per capire se davvero le perizie e le prove siano state procurate, utilizzate ed analizzate nel modo corretto.

L'anniversario

Ma oggi è doveroso ricordare Yara e solo lei, una ragazzina di 13 anni la cui vita è stata spezzata.

Veltroni e Pontus si sono, per questo, recati nella scuola media dove studiava la ragazzina. L'iniziativa è di ieri e nasce dall'associazione creata dai signori Gambirasio, in onore della figlia. "La passione di Yara", questo il nome dell'associazione, ieri, 25 novembre, ha organizzato un incontro sul cinema, grande passione della 13enne proprio in corrispondenza dell'anniversario della sua scomparsa.

Il convegno a Verona

Ma anche i difensori di Bossetti e i sostenitori della sua innocenza si sono dati da fare. Oggi, a Verona, si è svolto un convegno "Bossetti. La Rivoluzione Copernicana della Giustizia", organizzato da Gennaro Francione, magistrato sez penale Tribunale di Roma, il Dott. Eugenio D'Orio, biologo forense e genetista e che vede la partecipazione, oltre che di altri esperti avvocati, di Claudio Salvagni, difensore di Bossetti.

Questo convegno ha lo scopo di far confrontare varie eccellenze sul tema, e non per conclamare un forzato innocentismo, ma per confrontare il parere tecnico di molti esperti, in tutela della giustizia e, in primis, della verità che Yara merita.

Ancora tanti, troppi i dubbi che circondano questo caso. La Cassazione deciderà. Nel mentre ricordiamo Yara, morta a 13 anni in un campo.