Il macabro ritrovamento è avvenuto in una pineta comunale nei pressi di Caltagirone, a poca distanza da un burrone. Il corpo, privato della testa e delle braccia, è stato ritrovato nella contrada Semini da un gruppo di persone che portavano a passeggio i cani e che, alla vista del cadavere mutilato, in un primo momento hanno pensato si trattasse di un manichino, per poi avvicinarsi ed apprendere la sconcertante realtà.

Le indagini

Immediatamente sono stati allertati i carabinieri della compagnia di Caltagirone, che attualmente indagano sull’accaduto affiancati dai colleghi del reparto operativo del comando provinciale di Catania, accorsi sul luogo insieme ai militari dell’Arma della sezione scientifica e al medico legale.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, che si sospetta essere un rumeno sulla cinquantina, sarebbe stato assassinato e smembrato in un luogo diverso rispetto a quello in cui è stato trovato, e l’ipotesi più attendibile è che sia stato decapitato e privato delle braccia probabilmente attraverso l’utilizzo di un’ascia o di un machete (stando al taglio netto con cui testa ed arti sono stati amputati). Le mutilazioni sarebbero state apportate proprio per ostacolare l’identificazione del cadavere.

Scartata la matrice mafiosa

Al momento sembra poco accreditata la possibilità si tratti di un omicidio di matrice mafiosa, poiché per certi versi non rispetterebbe i 'canoni' malavitosi secondo cui i corpi vengono occultati e fatti sparire (assecondando i rituali della “lupara bianca”) o, in alternativa, esposti come macabro avvertimento per terzi legati al giro della criminalità organizzata.

Il cadavere è stato, invece, abbandonato in un luogo dove difficilmente avrebbe potuto rappresentare un “messaggio” diretto ad altri, località decisamente poco frequentata e non esattamente di passaggio.

Le ipotesi della procura

Attualmente la priorità delle indagini è rappresentata dall’identificazione della vittima. Giuseppe Verzera, procuratore di Caltagirone ha sottolineato che, sebbene le apparenti modalità del delitto richiamino la matrice mafiosa, appare al momento più probabile la pista di un atto maturato tra persone appartenenti alla comunità dell’Est-Europa, si suppone come forma di vendetta.

La procura di Caltagirone ha, dunque, avviato le procedure per l’autopsia, gli esami tossicologici e del DNA al fine di risalire, attraverso l’identità del cadavere, anche alle motivazioni legate al terribile delitto.