Nella notte tra il 16 ed il 17 Novembre è morto nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma Salvatore Riina, il 'capo dei capi' della mafia siciliana. Il noto boss aveva conquistato un potere assoluto all'interno di Cosa Nostra e che aveva dichiarato guerra allo Stato, ordinando l'uccisione del Generale Dalla Chiesa, di Falcone, Borsellino e molte altre personalità dello stato che contrastavano la criminalità organizzata. Noto per la sua ferocia e spietatezza Riina è ritenuto il mandante di numerosi altri omicidi, fino a quando il 15 gennaio del 1993 i carabinieri del Ros riescono ad arrestarlo dopo ben 24 anni di latitanza

Le reazioni

La morte del boss è finita sulle pagine dei giornali di tutto il mondo, ed in Italia ha avuto ampio risalto, con numerosi quotidiani che hanno ripercorso la sua storia criminale.

Sui social la morte di Riina ha suscitato reazioni estremamente contrastanti: da una parte quanti sono arrivati a felicitarsi ed esprimere gioia per la sua dipartita - cosa sempre deprecabile di fronte alla morte di un uomo - ricordando gli omicidi da lui ordinati, tra cui quello di Giuseppe Di Matteo, che fu ucciso quando aveva 15 anni ed il suo corpo fu disciolto nell'acido nel tentativo di indurre al silenzio suo padre Santino Di Matteo, ex mafioso e collaboratore di giustizia. Dall'altra parte quanti hanno espresso cordoglio e fatto le condoglianze ai suoi familiari, ricordando il boss come un "grande uomo" e una sorta di eroe. I profili Facebook dei figli di Riina sono stati letteralmente invasi da centinaia di messaggi arrivati da tutta Italia.

La successione?

All'indomani della morte di Riina diversi giornali e persino personalità delle istituzioni hanno iniziato a parlare della 'successione' al boss nel ruolo di "capo dei capi" della mafia siciliana. Ma questo ha veramente un senso, dal momento che il boss ha trascorso gli ultimi 24 anni di vita in regime di carcere duro (art.41 bis) in perenne isolamento e senza poter avere nessun contatto con l'esterno?

Al boss erano imposte forti limitazioni persino nel poter incontrare i suoi familiari, e questo avveniva in un regime di sorveglianza tale che anche volendo, Riina non avrebbe potuto in nessun modo comunicare o ricevere comunicazioni con l'esterno. Veramente qualcuno dopo la morte del boss si metterà a recriminare il suo 'posto' al vertice di Cosa Nostra come se Riina fosse stato al potere?

Dopo l'arresto di Riina le redini della mafia sarebbero rimaste al suo braccio destro Bernardo Provenzano, dopo l'arresto del quale anche in quel caso i media parlarono della sua successione. Ha davvero senso pensare che Riina avesse mantenuto potere e la leadership della mafia pur recluso da anni in regime di carcere duro, con la certezza che mai sarebbe uscito dal carcere, essendo condannato a ben 26 ergastoli? Certe ricostruzioni giornalistiche non possono che sembrare pura fantasia e speculazioni prive di fondamento.