Un altro caso di incidente stradale ci porta a Palermo, nella serata del 3 Dicembre. Una bambina di 7 anni proveniente dallo Sri Lanka è stata travolta sulle strisce pedonali da un uomo a bordo di uno scooter. Esso si è poi dato alla fuga senza prestare soccorso. Un esempio di ciò che comunemente si chiama 'pirata della strada'. La bambina, che passeggiava insieme alla madre, è stata ricoverata in ospedale dove le è stato rilevato un trauma cranico. L’uomo è ora ricercato e rischia un accusa per lesioni, omissione di soccorso e fuga.
Ci sono varie spiegazioni sul perché molti fuggano invece di prestare il primo soccorso.
Nonostante l’omissione di soccorso rappresenti un aggravante in tribunale e quindi un probabile prolungamento della pena, la paura può portare istintivamente a fuggire in un primo momento, ma spesso molti degli individui che causano un incidente vanno poi a costituirsi. Da un punto di vista prettamente psicologico, vi possono essere varie motivazioni che portano a non prestare il primo soccorso, tra cui l’effetto spettatore.
I primi studi sulle cause dell'ommissione di soccorso
L’omicidio di Kitty Genovese è stato fondamentale per lo sviluppo della psicologia sociale. Questo caso, infatti, ha avuto una notevole risonanza in tutto il mondo per delle caratteristiche particolari che sono state successivamente approfondite e studiate dagli esperti della psicologia sociale.
Il 13 Marzo 1964, Kitty Genovese viene aggredita e colpita con numerose coltellate nel viottolo del suo quartiere di residenza mentre si apprestava, probabilmente, a rientrare a casa. In seguito alle grida della donna, si stima che circa 40 persone si affacciarono dalle finestre delle proprie abitazioni per osservare cosa stesse accadendo.
L’aggressore, notando la presenza di tutte queste persone, si allontanò dalla sua vittima. Il fatto particolare è che nessuno dei presenti chiamò la polizia o prestò il primo soccorso, motivo che spinse l’aggressore a tornare indietro e uccidere la vittima. Questo caso, per ovvie ragioni, fece talmente scalpore da indirizzare i primi studi per cercare di comprendere i processi dietro questo atteggiamento di, apparente, totale indifferenza.
I risultati hanno dimostrato l'esistenza di un particolare fenomeno sociale.
L’Effetto Spettatore è ciò a cui si è giunti in seguito ad approfonditi studi originati da questo caso di omicidio. Si tratta di un fenomeno psicologico sociale riferito ai casi in cui gli spettatori non offrono alcun aiuto ad una vittima in presenza di altre persone. In particolare, maggiore è il numero di spettatori presenti, minore è la possibilità che ognuno di essi presti aiuto alla vittima. Ovviamente, questo particolare fenomeno racchiude in sé molte altri tipi di caratteristiche che, in particolari condizioni, concorrono affinché poi accada un particolare evento o situazione.
Ambiguità, diffusione di responsabilità e coesione sociale
Uno di questi fenomeni che concorrono a determinare l’innesco o meno dell’effetto spettatore è, per esempio, l’ambiguità. Essa si riferisce chiaramente al grado di chiarezza inerente la percezione o meno di trovarsi di fronte a una situazione di emergenza. Più è alto il livello di ambiguità, meno sarà probabile che lo spettatore intervenga. Nel caso di Kitty Genovese, però, il livello di ambiguità era molto basso, la situazione di emergenza era chiara, ma nonostante ciò nessuno è intervenuto. Per questo dobbiamo analizzare un altro fenomeno, quello della coesione sociale. Quando un individuo si trova in gruppo con persone di cui non conosce l’identità, o quantomeno con cui non ha rapporti di conoscenza, è meno “spronato” ad intervenire ed agire.
Ad ogni modo, il fenomeno sociale ritenuto più importante e fondamentale in questi casi, è l’effetto di diffusione di responsabilità, analizzato per la prima volta da Darley e Latanè, nel 1968. Esso spiega come, in presenza di più persone, lo spettatore è meno propenso ad agire, in quanto crede che sarà qualcun altro ad agire al suo posto. Questo atteggiamento è dovuto anche al fatto di poter rischiare eventuali cause legali dovute ad interventi sbagliati. Per cui l’individuo preferisce “diffondere” la responsabilità a persone che ritiene più competenti, o che comunque crede che agiranno al suo posto.