Mikhail Gorbaciov è ricordato, fra le altre cose, per essere stato al comando dell'Unione Sovietica, ma anche per aver firmato un famoso accordo con Ronald Reagan, ovvero il trattato di INF, che di fatto pose fine alla Guerra Fredda, proprio due anni prima della caduta del Muro. La Russia si dichiarò pronta ad intraprendere un percorso di rivoluzione pacifista, con l'intento di essere da esempio per l'intero mondo.
Leader russo dopo la guerra fredda
Mikhail Gorbaciov e Ronald Reagan furono decisivi dunque per la fine alla guerra fredda. In quel periodo si era infatti capito che le potenze nucleari fossero una minaccia vera e propria, paura percepita anche dallo stesso Gorbaciov che alla fine decise di firmare senza troppi indugi: una volta terminato il suo periodo al potere, nel 1989, Mikhail Gorbacio continuò ad 'avvertire' le superpotenze di cercare di evitare l'utilizzo di armi atomiche, cercando di essere più caute nel minacciare altri Stati dall'usarle.
Situazione grave, si rischia la guerra
Il leader russo è adesso concentrato sull'argomento Kim yong-un, che sta cercando di mostrare al mondo intero quanto siano potenti le armi nucleari della Corea del Nord, chiara premonizione di una guerra che potrebbe mettere a repentaglio la tranquillità del mondo, causando una serie di ripercussioni catastrofiche. D'altro canto anche la vicina Corea del Sud pare aver pronta la controffensiva per mettere in difficoltà le forze della Corea del Nord, con l'intento, grazie ai circa 1000 soldati della Republic of Corea Army, di porre fine alle risorse nucleari potentissime che ha in possesso Kim Youn-un.
Nell'intervista a Repubblica, l’ex presidente dell’URSS ha inoltre proferito come alcune 'distrazioni' della Corea del Nord, durante i numerosi test nucleari, potrebbero indispettire Trump che avrebbe modo di sfidare Kim Young-un, dando con adito al proliferarsi della della terza guerra mondiale.
Mikhail Gorbaciov ha un'evidente paura e timore di non essere lontani da uno scontro, considerando che il senso di responsabilità e il buon senso pare non riescano a prevalere in questo periodo, per via in particolar modo del Presidente della Corea del Nord Kim Young-un, restio a risolvere con le buone la questione. La speranza del leader russo è quella che, sul ricordo dell'accordo con il Presidente Ronald Reagan, le superpotenze si prodighino a firmare l'adesione al Trattato sui missili a medio e corto raggio.