Questa è la storia straziante di due coniugi canadesi che la burocrazia e freddezza canadese ha deciso di separare. Questa coppia è sposata da ben 73 anni, da quando ancora doveva finire la seconda guerra mondiale ed ora saranno separati perché lui ha bisogno di cure particolari e non possono più fornirgliele nella struttura dove ora vive con la moglie.
L'email alla figlia e la notizia ai genitori
La figlia dei due sposi, Dianne Goodine Phillips, ha raccontato tutta la vicenda sulla sua pagina Facebook con la speranza che all'ultimo, magari proprio il 25 Dicembre, Babbo Natale le regali la vicinanza dei genitori.
I due anziani, 91 anni lui e 89 lei, sono sposati da ben 73 anni e non hanno mai trascorso una singola festa separati. La clinica dove sono ospitati è la Victoria Villa Special Care Home a Perth Andover (Canada), nella struttura dormono nello stesso letto come se fosse a casa loro, ma ora l'uomo dovrà essere trasferito perché in bisogno di cure particolari che non può avere lì. Di tutta la faccenda, come il protocollo vuole, ne è stata avvertita la figlia tramite e-mail e successivamente tramite un telefonata. I responsabili della struttura le hanno comunicato la decisione ma Dianne è rimasta incredula davanti a una simile "freddezza e crudeltà", i suoi genitori sono molto uniti e quello che desiderano è solo tenersi per mano, darsi un bacio ogni tanto e raccontarsi pezzi di vita passata insieme.
La prima reazione della figlia è stata quella di chiedere lo slittamento del trasferimento dopo Natale, in modo che potessero passarlo insieme, ma non ha avuto risposta. Così i responsabili della struttura lo hanno comunicato direttamente ai due coniugi che, come era previsto, ci sono rimasti molto male. "E' il peggior Natale della mia vita...perché non posso aspettare qualche giorno" ha detto la madre di Dianne, così la figlia le ha promesso che avrebbe fatto tutto il possibile per impedirlo.
L'aiuto dei social
Questa storia strappa lacrime ha fatto il giro del web, il post su Facebook è stato condiviso da 17 mila persone, si spera che tra queste persone ci sia qualcuno che possa in qualche modo intervenire o che la struttura ci ripensi. Sfortunatamente però una risposta è già stata data dai responsabili della clinica: "dobbiamo rispettare le leggi e i regolamenti del governo. Se non lo dovessimo fare commetteremmo un reato". Dunque la responsabilità pare non sia da attribuire, almeno per il momento, alla struttura.