"Ti odierò per il resto della vita", ha detto a sua madre, prima che le porte del carcere si chiudessero alle sue spalle. Carcere che negli anni è diventato familiare quasi più della sua casa. Era evaso dai domiciliari mentre scontava una condanna per rapina, furto e spaccio di stupefacenti, Michael, 24enne di Corato, in provincia di Bari. La mamma, Daniela Manzitti, badante 47enne, l'ha fatto arrestare.

Questa vicenda è diventata un caso nazionale, attirando su di sé le attenzioni di giornali e Tv. Daniela - che ha compiuto un gesto tutt'altro che scontato che potrebbe essere d'aiuto per tante madri e genitori nella sua stessa situazione - ha scritto una lettera al figlio, chiedendogli perdono: "Ti ho tradito per salvarti la vita".

Nei numerosi appelli lanciati - l'ultimo ieri a "Domenica in" - si è rivolta a Don Mazzi affinché accolga il giovane nella sua comunità.

Il "tradimento" di una mamma

Sentimenti profondi misti alla paura che potesse accadere il peggio, hanno spinto una madre ad un gesto "inconsueto". Malgrado la lacerazione interiore, Daniela Manzitti rifarebbe ciò che ha fatto: il 31 ottobre scorso ha fatto arrestare il figlio, latitante da 3 mesi, con una soffiata. Un "tradimento" a fin di bene, non solo per ripristinare la legalità, ma anche per mettere il suo Michael al sicuro. Daniela temeva, infatti, che la latitanza lo esponesse a rischi ben peggiori della carcerazione.

Ha approfittato del fatto che Michael fosse andato a Terlizzi in ospedale per accompagnare la fidanzata che, al quarto mese di gravidanza, doveva sottoporsi ad un'ecografia.

È andata dai carabinieri indicando l'ora e il luogo dove arrestarlo, spezzando il filo della fiducia, ma anche una "complicità" nociva, trattandosi anche di un adulto prossimo a diventare padre.

Come ha scritto Daniela nella lettera a suo figlio, pubblicata dal portale "Corato Live", mentre lo arrestavano lei gli ha chiesto perdono.

Il giovane, dal canto suo, le ha ripetuto più volte che l'avrebbe odiata per il resto della vita. "Odiami ragazzo mio, odiami finché vorrai. Io al contrario continuerò ad amarti con la stessa intensità di sempre, anche di più".

Appello a Don Mazzi

"Non sono pentita, so di aver fatto bene perché sono qui a parlare di un ragazzo ancora vivo", ha rivelato Daniela, anche se la scelta è stata difficile e, da quando suo figlio è entrato in carcere, non l'ha ancora rivisto.

Ai colloqui sono andati la compagna e un fratello di 16 anni, a cui ha raccontato di essere "incavolato nero". Ieri a "Domenica In", la mamma-coraggio ha ripercorso il calvario durante la latitanza del figlio, andato avanti fino alla sera del 30 ottobre, quando la fidanzata di Michael, che era in casa con lei, parlando al telefono con un'amica le ha raccontato che l'indomani avrebbe dovuto fare un'ecografia.

Daniela ha percepito quelle affermazioni come un'improvvisa possibilità di "salvezza". E così anche lei, sapendo di trovarvi il figlio, il giorno dopo si è presentata in ospedale accompagnata dai carabinieri in borghese. Ora spera che, diventando a sua volta genitore, Michael possa cominciare una nuova vita.

Per questo motivo si è rivolta a Don Mazzi, fondatore di una comunità di recupero per tossicodipendenti, affinché, una volta scontata la pena in carcere, il 24enne possa salvarsi uscendo dal paese dove non riuscirebbe a cambiare, e andando in comunità. Don Mazzi ha risposto dando la piena disponibilità.

Una storia difficile

La storia di Michael è quella di un ragazzo che, fin da quando aveva 18 anni, entrava e usciva dal carcere per problemi di droga. Daniela si sente responsabile perché, quando era piccolo, ha avuto un compagno violento che poi ha lasciato, e fino al 2015 ha lavorato di notte come vigilante, tornando a casa distratta e stanca. Ora vorrebbe solo una seconda possibilità per il figlio, a costo di essere odiata.