A un anno dalla morte di Ale 81, il biker ucciso a sangue freddo dopo una futile discussione, il suo Motoclub degli Hells Angels organizza il primo Memorial Run in onore alla scomparsa del loro "fratello", il giorno 27 gennaio 2018.

Cosa accadde davvero quel giorno

Il 19 gennaio di quest'anno, due giovani ragazzi furono rimproverati da un gruppo di motociclisti perché creavano disagio e pericolo nel parcheggio poco distante dal loro club, più di preciso nella frazione di Giaveno, l’Aquila in provincia di Torino. Per i due ragazzi Eric e Manuel, era stato invece un momento di puro svago, divertendosi nel fare dei testacoda sulla neve.

Per questo motivo, E. e M., scambiarono quel semplice rimprovero in una vera e propria minaccia di sfida nei loro confronti, fino al punto di correre il più velocemente possibile a casa e prendere due armi da fuoco e farsi in questo modo giustizia, con la complicità del padre di uno dei due ragazzi.

Ucciso da un colpo diretto alla fronte

"Volevamo solo fargli paura", "abbiamo sparato in terra", queste le parole dette dai tre indagati durante l'interrogatorio davanti ai Carabinieri, dove, quella sera stessa, il PM Smeriglio Antonio ed il GIP incaricato del fermo, non gli credettero: negli atti legislativi fu ben evidenziata la frase "volevano uccidere". Durante il recupero delle armi, il figlio Eric aveva già avvertito il padre Claudio che lo aspettava nella sua automobile pronto al raid punitivo contro i bikers.

L'ordinanza del giudice stabilì categoricamente il carcere per tutti e tre, incriminandoli di aver usato delle armi da fuoco con l'intento di vendicarsi ed uccidere. Purtroppo il morto c'è stato, Alessandro Gino di soli 47 anni all'epoca dei fatti.

L'autopsia sul motociclista

Un colpo sparato a terra ma rimbalzato sul volto della vittima, un proiettile conficcato nel cervello; questi sono stati i risultati dell'autopsia sul corpo dell'uomo arrivato in fin di vita all'Ospedale CTO.

Secondo il medico legale Roberto Testi, questi importanti esami hanno smentito dunque le tesi poco credibili dei tre arrestati: Il proiettile è partito del giovane ventenne Eric Romano pur sostenendo il contrario con la complicità del padre Claudio, ex assessore comunale ed il cugino Manuel Morisciano, sostenuti dall'avvocato difensore Stefano Tizzani dove ha sempre sostenuto alla sparatoria come una difesa personale dagli attacchi dei motociclisti.

Primo Run

Alessandro Gino, padre di due figli, un uomo trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato, sarà ricordato il giorno 27 gennaio 2018 da centinaia di motociclisti che parteciperanno al primo incontro dell'anno in suo onore.