Omicidio Mollicone: un nuovo nome fa la sua comparsa nel registro degli indagati, e va ad affiancare quello di altre 3 persone, entrate nel fuoco investigativo e successivamente iscritte con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Il quarto indagato è un carabiniere. Il reato ipotizzato a suo carico è concorso in omicidio volontario.
Quattro indagati per il delitto Mollicone
Interrogato nella mattinata del 7 dicembre, il militare si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo nome è il quarto iscritto nel registro notizie di reato.
Indagate anche altre tre persone: l'allora maresciallo dei Carabinieri, Franco Mottola, il figlio e la moglie (accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere). L'ipotesi di reato contestata all'ultimo indagato è concorso in omicidio volontario.
L'omicidio
Di Serena Mollicone si persero le tracce nel primo pomeriggio del 1° giugno 2001, dopo essere uscita di casa per recarsi in ospedale, a Isola Liri, nel Frusinate. Due giorni dopo la scomparsa, il ritrovamento del corpo senza vita della studentessa di Arce. Giaceva nel boschetto dell'Anitrella con mani e piedi legati, in testa un sacchetto di plastica. La scoperta venne fatta da alcuni volontari della Protezione civile.
La morte di Santino Tuzi
Nell'intricata trama del giallo sull'omicidio di Serena Mollicone, ormai lungo oltre 16 anni, è entrata di prepotenza un'altra morte, avvenuta nel 2008, 7 anni dopo l'uccisione della 18enne di Arce. Santino Tuzi, carabiniere, venne trovato morto nella sua auto per un colpo partito dalla sua pistola d'ordinanza.
Più volte il nome di Tuzi è stato associato a quello di Mollicone, in quanto la morte del militare è avvenuta a margine di alcune importanti dichiarazioni fatte alla magistratura, proprio sulla scomparsa della studentessa. Tuzi aveva dichiarato di aver visto la 18enne entrare in caserma, esattamente il giorno della sua scomparsa.
Parole che avrebbero assunto, alla luce dei successivi sviluppi delle indagini, un peso specifico sempre maggiore. La consulenza medico-legale, redatta dalla dottoressa Cristina Cattaneo e depositata poche settimane fa, contempla anche lo scenario di una compatibilità tra lo sfondamento della porta (sequestrata nell'alloggio della caserma di Arce) e la frattura al cranio della ragazza. Una possibile svolta potrebbe arrivare dall'analisi delle tracce biologiche.
L'iscrizione del quarto nome è arrivata dopo il lavoro di indagine dei carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Frosinone e della Compagnia di Pontecorvo. La procura di Cassino coordina l'inchiesta. Parallelamente, le indagini sul caso Tuzi proseguono.