L'Italia sarà il primo Paese al mondo ad avere il pandoro realizzato con la farina di insetti. I detrattori penseranno che sia una risposta alla crisi economica: una tesi plausibile, soprattutto se riavvolgiamo il nastro a qualche settimana fa e torniamo alla vicenda della Melegatti (storica azienda dolciaria di Verona) e dei suoi dipendenti, il cui futuro è ancora tutto da scrivere.
Se si guarda all'altra faccia della medaglia, invece, è inevitabile aprire una discussione sulla reale portata di un'invenzione di questo tipo durante le festività natalizie.
Il pandoro, non dimentichiamolo, è un simbolo del Natale; stravolgerne il concetto potrebbe avere delle conseguenze negative sull'intera produzione. O forse no.
L'inventore del pandoro con la farina di baco da seta
La rivoluzione del pandoro con gli insetti ha origine da una ricetta di MasterBug, foodblogger italiano, amante della sperimentazione in campo culinario. Dietro il nome MasterBug si cela l'identità di Roberto Cavasin, trevigiano. L'idea che sta alla base dei suoi originalissimi piatti è quella di unire la tradizione classica italiana ed il Novel Food, termine con cui vengono indicati gli alimenti o ingredienti nuovi. Non possiamo non chiudere gli occhi di fronte al tempestivo e perfetto - dal punto di vista delle regole del marketing moderno - arrivo del nuovo pandoro.
Davvero si può parlare di semplice trovata pubblicitaria?
A giudicare dallo scarso seguito sui rispettivi profili social, i detrattori avrebbero le loro ragioni nel credere che l'esperimento di Novel Food sia da ascrivere unicamente alla voce "marketing pre-Natale". La pagina ufficiale Facebook conta poco più di 460 persone e si comporta peggio su Instagram, dove raggiunge ad ogni post appena 247 follower.
Entrando nel sito ufficiale, viene segnalato che hanno parlato di MasterBug i rinomati "Gambero Rosso", "Mattino 5", "Rai Radio 2", "Tagadà" e "Porta a Porta". Evidentemente, però, la risposta del grande pubblico è rimasta piuttosto fredda.
Le proprietà benefiche
Nonostante possa essere bistrattato da alcuni e risultare l'ultima scelta per tanti, il pandoro con la farina derivata da bachi da seta nasconde principi nutrizionali di rilievo.
Merito proprio della farina stessa, a causa della quale il dolce rischierebbe di essere scartato a priori da 9 italiani su 10. Essa rappresenta una fonte di proteine di alta qualità, così come gli insetti in generale. Sono due le percentuali che riassumono al meglio il concetto: 55,6% e 32,2%, rispettivamente il contenuto proteico e lipidico per peso secco della farina.