Da ieri, su Internet, circola un video girato di nascosto al mattatoio di Viterbo che mostra centinaia di agnelli maltrattati e uccisi, per la macellazione, senza previo stordimento e senza le giuste prescrizioni igienico - sanitarie.

Agnelli gonfiati, si proprio così gonfiati, con un compressore affinché la carne si stacchi più facilmente dai muscoli, lanciati per aria, strattonati, tirati per gli arti, per le corna, appesi ai ganci senza esser prima storditi con l'apposita pinzetta e sgozzati in maniera meccanizzata ancora coscienti, lasciati agonizzanti ammassati, spesso, l’uno sopra l’altro.

Questo è il trattamento che gli operatori del mattatoio di Viterbo riservano agli animali finiti nella struttura. Il video choc e le immagini, diventati subito virali e che hanno indignato il web - qualunque sia il "credo" professato in tavola - sono a noi pervenute grazie a delle telecamere nascoste da Animal Equality, dal momento in cui il mattatoio non ne era provvisto.

Animal Equality Italia lancia una petizione rivolta al Parlamento italiano

Animal Equality Italia, organizzazione internazionale no profit nata nel 2006 per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare, richiedono una petizione affinché vi siano pene per il maltrattamento degli animali durante la fase di stordimento e abbattimento poiché non vi sono ancora delle norme giuridiche che sanzionino chi infrange le regole; pretendono, inoltre, che vi siano controlli a tappeto fondamentali per denunciare eventuali vessazioni.

Tra le richieste, che venga abolita qualunque forma di deroga allo stordimento, già in atto in altri Paesi Europei ed impegnati in tal senso come la Svezia, la Polonia e la Danimarca.

Altresì, richiedono la presenza di telecamere a circuito chiuso nelle zone adibite alla macellazione per stigmatizzarne i retroscena, dal momento in cui, spesso e volentieri, le pratiche portate avanti nei mattatoi sono consapevolmente nascoste al pubblico.

La pagina Facebook di Animal Equality Italia è stata letteralmente inondata da commenti di plauso per il lavoro svolto e allo stesso tempo di collera e tantissima rabbia. Molti si chiedono il perché di cotanta crudeltà, altri ancora preferiscono non aprire il video incriminato. Una domanda sicuramente spicca tra le mille degli utenti: il mattatoio è stato chiuso?.

L'organizzazione conferma sottolineando, però, che i responsabili saranno comunque chiamati a rispondere.