Continua a crescere il numero delle vittime causate dal “gas invisibile”, che stavolta ha sterminato un’intera famiglia Vignole Borbera, in provincia di alessandria.

A perdere la vita a causa delle letali esalazioni di monossido di carbonio sono l’autotrasportatore quarantanovenne Luca Baroni, la sua compagna, Maria Daniela Mele, parrucchiera quarantaquattrenne, ed il figlio di lui, Mattia, di soli 19 anni.

Il monossido prodotto da una stufa

A monte della tragedia vi sarebbe il malfunzionamento della caldaia a metano situata all’interno della casa ricavata nel vecchio casolare al numero 9 in località Molino; sarebbe stato un vicino nel pomeriggio a chiamare i soccorsi che, giunti nell’abitazione, hanno potuto solo constatare il decesso, probabilmente avvenuto nella notte.

Stando alle ricostruzioni, Mattia si trovava in pigiama sul divano mentre il padre è stato ritrovato disteso sul pavimento a poca distanza da una finestra, il corpo della quarantaquattrenne a letto.

I carabinieri di Serravalle Scrivia indagano sull’accaduto, mentre sulle salme delle tre vittime è stata disposta l’autopsia per confermare quanto ricostruito in una prima analisi della vicenda.

Alex e Luca, studenti 21enni

La tragedia è avvenuta a quattro giorni dai funerali di Luca Bortolaso e Alex Ferrari, i due studenti vicentini di 21 anni, morti a per intossicazione da monossido di carbonio il 2 gennaio scorso nella casa vacanza di Ferrara di Monte Baldo, in provincia di Verona, dove avevano trascorso il capodanno insieme a due amiche.

Erano state proprio le ragazze, salve poiché dormivano in un’altra camera, che nel sentire uno strano odore provenire dalla stanza della giovane coppia, si erano allarmate ed avevano fatto la terribile scoperta; il gas killer era stato prodotto da un secchio pieno di braci che Alex e Luca avevano usato per riscaldarsi durante la notte.

Solo 24 ore prima la tragedia di Udine

A loro vanno, purtroppo, ad aggiungersi le due vittime di Udine, Giovanni Deagnis e Lidiana Cargnello, marito e moglie di 77 e 70 anni, ritrovati senza vita nella propria abitazione in via San Gallo; ancora una volta, il monossido di carbonio si sarebbe propagato da una stufa guasta.

A chiamare il 118 la figlia Elsa che, non riuscendo a mettersi in contatto con i genitori da diverse ore si era allarmata; per i due, deceduti probabilmente durante la notte, non c’era ormai più niente da fare.