È successo a Ferrara di Monte Baldo, nel veronese, dove due ventunenni vicentini, Luca Bortolaso e Alex Ferrari, sono morti a causa delle esalazioni tossiche di monossido di carbonio emanate da un braciere utilizzato dai ragazzi per riscaldare la casa di vacanza dove avevano trascorso il capodanno.
A fare la terribile scoperta due amiche con le quali le giovani vittime stavano trascorrendo le feste presso la villetta dove avrebbero dovuto trattenersi fino al 6 gennaio, e che si sono salvate perché dormivano in un’altra stanza dove utilizzavano come fonte di calore una stufa elettrica.
Contrariamente alle notizie circolate in un primo momento le due ragazze, una originaria di Peschiera del Garda (Verona) e l’altra di Monzambano (Mantova), non sono in alcun modo rimaste intossicate.
La scoperta
Le ragazze, insospettite da uno strano odore proveniente dalla camera in cui dormivano i due studenti vicentini, sono accorse ma per la coppia legata sentimentalmente da più di un anno non c’è stato nulla da fare; il secchio riempito di braci accese per fronteggiare il freddo è stato fatale.
La morte di Luca ed Alex è solo l’ultima tragedia legata al monossido di carbonio negli ultimi giorni; altre due vittime a Ventimiglia e a Cuneo, oltre ad una decina di intossicati di cui anche un’intera famiglia di origini filippine a Bologna.
I casi di Cuneo e Ventimiglia
A Ventimiglia il gas invisibile ha ucciso Alberto Bellasio, un settantasettenne che si trovava in un appartamento a corso Montecarlo insieme alla moglie di 69 anni, che è riuscita a salvarsi grazie all’intervento di alcuni amici che, vedendo la coppia ritardare ad un appuntamento, hanno deciso di raggiungerli; fatale un guasto del condotto di scarico di un termoconvertitore a gas.
Un commerciante in pensione di 67 anni è la vittima di Cuneo, stavolta il monossido di carbonio sarebbe stato prodotto dall’impianto di riscaldamento.
A Bologna
Tragedia solo sfiorata a Bologna dove una famiglia di 7 persone di origini filippine è rimasta intossicata a causa di un braciere utilizzato come fonte di calore, dal momento che l’impianto di riscaldamento nella loro abitazione era guasto; a dare l’allarme un membro della famiglia che, resosi conto della situazione, ha allertato i vigili del fuoco ed il 118.
Sono finiti in ospedale una donna di 38 anni ed i suoi 4 figli, tutti minori, oltre ai nonni paterni di 60 e 64 anni; gli ultimi due, in condizioni più gravi, sono stati costretti ai trattamenti in camera iperbarica.