Durante le feste natalizie, ai suoi cari aveva detto che forse questo sarebbe stato il suo ultimo Natale. Marina Ripa di Meana se n'è andata; aveva 76 anni. Non ce l'ha fatta a vincere il tumore contro cui aveva lottato per anni, fiera di affrontarlo ogni giorno senza appartenergli mai davvero. Nella sua ultima apparizione a "La Vita in Diretta", la più recente, era apparsa stanca, occhi spenti, nonostante i capelli rossi fiammanti e la solita voce squillante.

Marina Punturieri

Sempre bella, amatissima da uomini e donne, ed elegantemente stravagante, Marina rappresentava un'icona del successo, e la sua grinta, la sua eccentricità, le sue lotte a favore degli animali, i suoi tanti amori celebri e non, l'avevano portata alla ribalta delle cronache.

Il suo vero nome era Marina Punturieri. Ha saputo vivere nei salotti mondani, nel talamo di personaggi famosi, ed alcuni, come Agnelli che, giunto improvvisamente a casa sua, dopo aver aperto la porta della sua camera la trovò a letto con Eliseo Mattiacci e Gino de Dominicis, se ne andò non volendo essere di troppo, perdendo l'occasione.

Era molto amica di Paola Ruffo di Calabria, colei che un fortunato matrimonio trasformò nella regina del Belgio. Marina Ripa di Meana si sposò per la prima volta nel 1964 con Alessandro Lante della Rovere, aristocratico romano. Dal loro amore nacque Lucrezia, oggi attrice di talento. Marina apparteneva a tutti, dividendosi tra intellettuali ed artisti come Moravia e Pasolini, solo per citarne alcuni.

Ebbe una relazione extra coniugale con Franco Angeli, pittore. Di lui avrebbe scritto nel suo primo romanzo "Cocaina a colazione".

Non ha mai nascosto le sue avventure amorose, i suoi eccessi, né le sue idee anticonformiste. Fu una femminista convinta, sempre dalla parte delle donne, anche se non disdegnò di accompagnarsi ad uomini diversi.

Già divorziata da Lante della Rovere, raccontò il suo rapporto amoroso con il giornalista Lino Jannuzzi, nel suo best-seller "I miei primi 40 anni", da cui fu tratto l'omonimo film di Vanzina. Anche dal suo secondo successo letterario, "La più bella del reame", fu tratta la pellicola di Cesare Ferrario, che scelse Carol Alt per interpretare Marina Ripa di Meana, ruolo che aveva già ricoperto nel lungometraggio di Vanzina, scelta approvata dall'autrice del testo, la quale ne elogiò bellezza e stile.

Il secondo e ultimo marito fu Carlo Ripa di Meana che la seguì ovunque, innamoratissimo di lei. Formavano una bella coppia: lei con i suoi cappellini originali, inconsueti, ed i suoi abiti eleganti dai colori raggianti come il suo sorriso, e i carlini in posa tra di loro sul divano di casa. Lui un galantuomo, giacca e cravatta, che accettò ogni colpo di testa della sua amata con leggerezza. Per protestare contro l'uso delle pellicce, Marina si fece fotografare nuda, accompagnata dallo slogan "Questa è l'unica pelliccia che indosso". Marina fu inoltre amica di Bettino Craxi, aveva idee "radical chic", ammirava la Bonino per la quale spese sempre parole di stima. Spesso fu ospite ed opinionista in televisione, esibendo la sua originalità, bellezza, e le proprie idee.

Una donna libera

Era una donna libera Marina Ripa di Meana che, nonostante avesse da anni un compagno scomodo, il tumore, non smetteva di recitare la parte di donna snob, dalla parte di tutto il mondo femminile. Per descriversi non usò mai mezzi termini: snocciolò la sua vita nei minimi particolari - spesso scabrosi - nei suoi libri. Di contro, fu paladina di lotte a favore della natura e degli animali. Fu anticonformista ma popolare, perché dava voce a chi non ne aveva per difendersi.

Nel 2009 accettò di partecipare al reality condotto da Paola Perego, "La Fattoria", ma lo abbandonò quasi subito, adducendo motivi di Salute che le impedivano di continuare. Nello stesso anno interpretò se stessa in una puntata della serie "I Cesaroni".

La ricordiamo presenziare ad eventi con Marta Marzotto, che se ne andò prima di lei, con cui si pose sempre in competizione.

È stata anche una mamma scomoda. La figlia Lucrezia, dopo anni di distanza dalla madre, si riavvicinò a lei, dandole la gioia di poter esprimere il suo amore alle adorate nipoti Ludovica e Vittoria, di cui andava sfacciatamente orgogliosa.

Marina rimarrà nel ricordo di tutti come donna bellissima, disposta a tutto pur di apparire e di stupire, inventrice del romanzo della sua vita, percorsa intensamente. Una donna senza tabù, senza paura di nulla, nemmeno di quel brutto tumore di cui parlava forse per esorcizzare il timore che la sopraffacesse. Alla fine Marina non ha perso: ha mollato gli ormeggi e si è lasciata portar via.