L'inizio del 2018 ha portato con sé una grande epidemia di influenza che ha messo letteralmente in ginocchio milioni di persone e, di conseguenza, ha anche creato numerosi disagi a livello ospedaliero. Sono molte infatti le strutture mediche che si sono trovate in grande difficoltà nel gestire i soggetti affetti dal virus influenzale, proprio a causa dell'elevato sovraffollamento. Adesso che il picco sembrerebbe essere passato e cominciano a diminuire i casi, Giovanni Rezza del dipartimento malattie infettive dell'ISS (Istituto Superiore della Sanità) ha messo in conto un possibile ritorno dell'epidemia causato dal virus A-H3N2 attualmente latente in Italia, ma che potrebbe presto 'risvegliarsi'.
Già in passato si è avuto modo di avere a che fare con tale ceppo influenzale e i dati che sono stati registrati nel corso degli anni sono piuttosto allarmanti.
Influenza 2018: i dati diffusi da Influnet
Secondo quanto riportato dalle banche dati in campo sanitario, sembrerebbe che l'influenza che ha caratterizzato il primo mese del 2018 stia per volgere al termine, anche se resta un campanello d'allarme la possibile diffusione del virus A-H3N2. In effetti fino ad adesso sono stati altri due ceppi influenzali i responsabili di cotanto disagio a livello medico. Il primo, nonché l'influenzavirus A sottotipo H1N1, ha raggiunto il massimo del contagio in particolar modo nella decade iniziale del mese, per poi lasciare spazio a quello che è noto ai più con il nome di virus Yamagata.
Non c'è stato dunque un minimo momento di tregua fino a questi giorni, dove si sta registrando un leggero calo delle fenomenologie legate all'influenza. A descrivere l'intera situazione è stato Influnet, il portale continuamente aggiornato dall'Istituto Superiore della Sanità, i cui dati potrebbero essere considerati un vero e proprio bollettino di guerra.
Sarebbero, infatti, più di 8 milioni gli italiani ad essere stati colpiti dall'influenza, la cui maggioranza dei casi si è concentrata nello specifico nel territorio modenese. L'ISS ha infatti stimato un'incidenza talmente elevata della malattia fino a giungere i 271mila soggetti malati, 50 casi gravi e 7 decessi solo nell'Emilia Romagna.
I maggiormente colpiti sono stati gli anziani, le cui difese immunitarie sono compromesse a causa di fattori anagrafici, e i bambini, i quali entrando in contatto tra loro negli ambienti scolastici ne hanno favorito il contagio.
Il virus A-H3N2 può 'risvegliarsi'
In seguito all'insorgenza del virus Yamagata, non coperto dalla protezione del vaccino trivalente attualmente somministrato dalle aziende ospedaliere, il direttore del dipartimento delle malattie infettive dell'Istituto Superiore della Sanità ha previsto la possibilità di un ritorno all'epidemia a causa di un virus che fino ad adesso è rimasto latente. Secondo quanto riportato da Giovanni Rezza, infatti, l'influenzavirus H3N2 potrebbe posticipare ulteriormente il debellamento definitivo dell'epidemia, colpendo una gran fetta della popolazione.
''È invece circolato poco il virus A-H3N2 che ha colpito altri Paesi. Se quest’ultimo dovesse ‘risvegliarsi’, allora ci potrebbe essere una coda più lunga per l’attuale stagione influenzale'', ha spiegato in un'intervista. Ebbene, tale ceppo influenzale ha avuto larga diffusione in altri Stati e sembrerebbe aver evitato l'Italia, ma non è da escludere che possa ripresentarsi e causare ulteriori disagi. Proprio per questo motivo, sarebbe opportuno cercare di limitare le occasioni in cui il virus potrebbe propagarsi, evitando così di frequentare luoghi chiusi e particolarmente affollati. Inoltre, si consiglia di lavare soventemente le mani, soprattutto dopo essere stati fuori casa.
I sintomi dell'influenza australiana
In realtà l'influenza causata dal ceppo A-H3N2 ha avuto modo di manifestarsi in passato, preoccupando molto i medici. Ne fu un fenomeno esemplare quanto accaduto negli Stati Uniti d'America, dove il virus si diffuse e si insediò in maniera tale da ripresentarsi per ben tre stagioni invernali consecutive, innalzando anche il tasso di mortalità. Ad oggi, almeno nel territorio italiano, l'influenzavirus A-H3N2 non ha avuto modo di presentarsi in modo tale da poter costituire un serio pericolo, ma in altri Paesi del mondo come il Regno Unito sta causando non pochi disagi. L'epidemia legata a tale ceppo è stata rinominata ''influenza australiana'' e ha causato fino ad adesso 120 decessi; gli esperti inglesi hanno registrato, inoltre, un aumento dei contagi a partire dall'11 Gennaio.
Tra i maggiormente colpiti sono stati gli anziani, per i quali è stata necessaria un'assistenza medica ben più incidente. Ciò che più preoccupa è il fatto di non riuscire a determinare sin dalla manifestazione dei primi sintomi se si tratti dell'influenza australiana o di un altro ceppo virulento, soprattutto perché i segnali iniziali sono molto simili a quelli della tipologia più comune. Pertanto si verificherà un'improvviso innalzamento della temperatura corporea (dai 38°C in su), seguito da insonnia, dolori sparsi lungo il corpo e localizzati per lo più a livello muscolare, mancanza di appetito, dolori addominali, nausea e vomito. Nel caso in cui dovessero presentarsi tali sintomi, si raccomanda di contattare il proprio medico, il quale saprà indicare una giusta terapia antibiotica da mettere in atto a casa o, nei casi più gravi, consiglierà un ricovero ospedaliero.