La polizia italiana, in coordinamento con quella di vari paesi europei, è intervenuta questa mattina in un'operazione che ha portato all'arresto di 33 persone appartenenti, secondo le indagini, a un'organizzazione criminale che gestiva, tra l'altro, il monopolio del traffico su strada delle merci cinesi.
L'inchiesta della Dda di Firenze
Tutto è partito da un'inchiesta sulla logistica e sui trasporti di merce contraffatta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Così, questa mattina è scattato il blitz delle forze delle ordine italiane, ma anche spagnole e francesi, che ha portato a 33 ordinanze di custodia cautelare in carcere e provvedimenti nei confronti di individui accusati di far parte dell'organizzazione mafiosa.
Un sistema criminale che ha radici in Italia e all'estero.
La mafia cinese a Prato
È proprio dalla Toscana che nasce l'indagine. In particolare, a Prato la criminalità cinese ha messo le mani sul settore tessile. Un sistema di omertà, violenza e sfruttamento che ormai è diventato legge. Una capillarità sempre più diffusa sommata ad una forte dinamicità ha annientato la concorrenza. Gli operatori nazionali sono stati costretti ad abbandonare il mercato proprio per l'impossibilità di sostenere una concorrenza paritaria. Ricordiamo che la comunità cinese è la più numerosa in Toscana, seconda solo a quella lombarda.
Un giro di affari enorme
Il procedimento penale parla chiaramente di associazione di stampo mafioso, ma ci sono anche accuse di riciclaggio, intestazione fittizia e molteplici reati tributari.
È stato accertato che attività commerciali formalmente in regola producevano ricavi che erano completamente sottratti al fisco, grazie all'utilizzo di prestanome. Si parla di un indotto di circa 4 miliardi di euro. Il tutto era favorito dall'aiuto di agenzie di trasferimento che si occupavano del riciclaggio. Altro business sul quale la Mafia cinese ha posato lo sguardo è quello degli stupefacenti.
Il traffico di metanfetaminici risulta particolarmente attivo nella comunità pratese, che risulta fare affari con quella filippina. Dalle indagini della Dda emerge che l'interesse maggiore della criminalità cinese è quello della contraffazione di marchi e modelli industriali. Un'attività illecita che viene svolta principalmente in Toscana, a Firenze e a Prato. Va ricordato che sono stati disposti sequestri per circa 60 mln di euro.