Il contratto per i lavoratori statali è stato rinnovato ufficialmente. La fumata bianca tra Aran e sindacati arrivata a cavallo del Natale ha messo la parola fine ad una storia che dura da un decennio, da quando il contratto dei lavoratori pubblici risulta congelato. L’accordo però è circoscritto ad un unico comparto della Pubblica Amministrazione, quello delle Funzioni Centrali e delle Agenzie Fiscali. Il Comparto con numero di dipendenti più basso (240mila circa), quello dei lavoratori ministeriali tanto per intenderci. Adesso l’operazione va estesa anche agli altri settori della PA, dalla Sanità alla Scuola ed alle Forze di Polizia o Armate.

Tutti comparti numericamente più vasti che in totale hanno organici di 3 milioni di dipendenti. Come più volte ribadito dal Governo, impossibile trasferire in maniera totalitaria quanto stabilito per un Comparto a tutti gli altri, perché le tipologie di lavoro, di salario e di voci che compongono il contratto sono evidentemente diverse. Resta il fatto che il rinnovo per i lavoratori ministeriali apre le porte a tutti gli altri. Ecco cosa spetterebbe ai lavoratori del comparto sicurezza una volta rinnovato il loro contratto, sulla falsariga di quello appena completato e se tutto filerà liscio negli incontri sempre più frequenti tra associazioni dei lavoratori ed Aran.

Quando i soldi?

Il quotidiano romano “Il Messaggero” con un articolo di sabato scorso ha anticipato la probabile soluzione della vicenda per le Forze dell’Ordine per le quali già da oggi sono previsti incontri e tavoli di discussione proprio in relazione al rinnovo del contratto.

La ormai imminente campagna elettorale e la necessità da parte del Governo di adottare misure ad alto gradimento elettorale lasciano margini di ottimismo anche sulla celerità degli aumenti fisici in busta paga. Secondo il quotidiano sarebbe febbraio o al massimo marzo il mese utile ad avere sia l’aumento di stipendio che fuoriuscirà dal rinnovo che gli arretrati per il biennio 2016/2017.

Il rinnovo infatti sarà retroattivo per un contratto la cui validità sarà di tre anni, dal 2016 al 2018. Al riguardo va sottolineato che in questo comparto non è necessaria la firma del contratto come negli altri perché gli aumenti di stipendio sono per legge e non per piattaforme contrattuali, ma il blocco di questo decennio, la sentenza della Corte Costituzionale su quello Fornero e la riforma della PA rendono necessario il passaggio sindacale.

Le cifre

Ipotizzando la chiusura immediata della vicenda, con aumenti ed arretrati in busta già il prossimo mese, il Messaggero ha prodotto una tabella molto esaustiva con tutto quello che i lavoratori troveranno in più con lo stipendio e soprattutto, con distinzione tra i vari Corpi delle Forze di Sicurezza. Per l’Esercito spetterebbero arretrati nel 2016 da € 121 e per il 2017 da € 367, mentre alla voce perequazione, l’aumento di stipendio mensile sarebbe di 90 euro. In totale ai militari spetterebbero 578 euro alla prima busta paga utile. Per i Carabinieri si salirebbe a € 668 perché l’aumento è di € 104 e gli arretrati da € 140 e € 424 rispettivamente per 2016 e 2017. Identiche cifre per la Marina Militare, mentre per l’Aereonautica aumento da 98 euro ed arretrati da € 132 ed € 399.

Per la Polizia Penitenziaria per il 2016 toccherebbero € 131 e per l’anno successivo € 397, mentre lo scatto stipendiale sarebbe da 97 euro. sarebbe di € 102 in più al mese quanto andranno a percepire i dipendenti della Polizia, un totale di € 656 comprensivi di arretrati da € 138 e € 416. Secondo le cifre del quotidiano, alla Guardia di Finanza spetterebbe l’aumento maggiore, con un surplus nella busta paga di febbraio (sempre che sia il mese giusto) da 674 euro comprensivi di arretrati per il 2016 da € 141, per il 2017 da € 428 e aumento secco da € 105.