Si è verificata una vicenda piuttosto raccapricciante a Lodi: nel pane destinato ai bambini della mensa scolastica di un istituto della città lombarda, sono stati trovati escrementi di topo. A rivelarlo sono state le indagini di laboratorio condotte sull'alimento "incriminato".

Escrementi di topo

Solo ora sono stati pubblicati i risultati delle indagini di laboratorio condotte sul prodotto destinato alla Scuola elementare di Lodi, "Don Gnocchi": il quotidiano "Il Cittadino di Lodi" ha riportato gli esiti delle analisi effettuate per la tutela della salute dei bambini all'interno degli istituti scolastici.

Il materiale organico era stato trovato da una maestra all'interno di un panino mentre stava mangiando nell'aula mensa: la donna contattò immediatamente il servizio igiene che, successivamente, aveva provveduto ad effettuare i controlli qualitativi sul cibo destinato alla scuola elementare.

Il pane proveniva da un panificio industriale che riforniva un'azienda di Casalmaiocco: subito sono scattati la revoca dell'appalto e la chiusura dell'attività per 48 ore, tempo necessario affinché il panificio potesse mettersi in regola con tutte le norme stabilite dall'Agenzia per la tutela della salute.

Probabili penali al panificio

Il Comune di Lodi, dopo aver appreso dei risultati delle analisi, starebbe valutando se applicare o meno delle sanzioni al panificio.

Attualmente l'azienda ha ripreso il proprio lavoro, ma senza l'appalto alla scuola elementare. Infatti, ad oggi, presso la "Don Gnocchi" viene consegnato del pane proveniente da Alessandria.

L'Ats aveva cercato di rassicurare mamme e insegnanti in merito all'accaduto, dichiarando che le temperature elevate con cui viene cotto il pane distruggono l'eventuale presenza di qualsiasi microrganismo patogeno, sottolineando che non ci sarebbe stato alcun pericolo per la salute dei bambini.

Indubbiamente, quando ci si ritrova in determinate situazioni, al di là del pericolo di contagio, si tratta comunque di episodi che fanno un certo ribrezzo, soprattutto se si teme per il benessere dei più piccoli.

Quello verificatosi a Lodi, del resto, non è l'unico caso: già a Roma, nel settembre del 2017, una scuola elementare era stata chiusa per un intervento di derattizzazione e, per di più, nel cartello che annunciava l'operazione igienica non era stato segnalato per quanto tempo sarebbe stato opportuno tenere l'edificio chiuso.

Fabrizio Santori, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, aveva dichiarato che ormai la situazione era diventata intollerabile, e che quindi si era reso necessario intervenire per il bene dei bambini. Nel IV Municipio della capitale, invece, un'altra scuola era stata aperta il giorno seguente alla derattizzazione, ma l'odore di veleno nelle classi era risultato decisamente forte e quasi insopportabile.