Il mondo della Scuola ancora una volta è in subbuglio. Dopo i casi di professori che molestano le allieve minorenni, talvolta fino a consumare rapporti sessuali nelle aule scolastiche, come accaduto all'istituto romano gesuitico 'Massimo', o di genitori che fanno raid per picchiare il docente che si è permesso di rimproverare il figlio, come successo di recente nel siracusano, c'è un'ultima deriva. Un nuovo caso non meno sconcertante, ha scosso l'istituzione scolastica. Stavolta protagonista è stata una madre 'fuori controllo'. A Rimini una mamma 47enne in escandescenza ha fatto irruzione in una scuola elementare, è entrata nella classe frequentata da suo figlio, ha scalzato l'insegnante per prendere il suo posto e mettersi a 'insegnare'.

Ce ne è voluto per contenerla: sono dovute intervenire la polizia e un'ambulanza.

Una furia nei panni di madre

Probabilmente il primo e il più scioccato tra i presenti è stato proprio il figlio. Il bambino che frequenta una scuola elementare al centro di Rimini era in classe ieri verso le 11, ma non si sentiva troppo bene. La maestra ha chiamato i genitori chiedendo di andarlo a prendere come sempre accade in questo casi. Di certo non poteva immaginare che di lì a poco succedesse tutt'altro. Tra urla e spintoni, il bambino ha visto sua madre irrompere in classe dopo aver strattonato bidelli e maestra. Come una furia ha occupato la cattedra sostenendo di essere molto più brava delle maestre a insegnare.

Spiazzando insegnanti e collaboratori scolastici, si è messa a fare lezione non permettendo a nessuno di metterla a tacere. La 'madre maestra' in stato di forte agitazione non ha voluto abbandonare la postazione occupata abusivamente, né ha dato segni di voler tornare a una qualche ragionevolezza.

Intervento della polizia

Vista la situazione, la dirigente scolastica è stata costretta a chiamare la polizia.

Gli agenti delle volanti sono arrivati in tutta fretta. La signora se ne è accorta e ha preso la via della porta, cercando di allontanarsi senza essere vista. Ma è stata raggiunta e fermata. Soprattutto con l'intento di calmarla, dal momento che era in uno stato alterato e a tratti farneticava frasi assurde. Un'ambulanza del 118 ha accompagnato la donna in ospedale per una visita e una consulenza psicologica.

Potrebbe essere denunciata per interruzione di pubblico servizio. Ma prima, si ritiene opportuno valutare la sua condizione mentale.

Genitori allo sbaraglio

Ci sono escandescenze narcisistiche dei genitori che si manifestano per vie legali. È di questi giorni la notizia di un padre e una madre di Canicattì in provincia di Agrigento che hanno fatto ricorso al Tar perché il figlio aveva preso nove all'esame di terza media, ma secondo loro il ragazzino che nel 2014 frequentava l’istituto Giovanni Verga meritava dieci. Non gli bastava l'ottimo. Pretendevano per il figlio una promozione con il voto di eccellente. Hanno contestato alla commissione d'esame un "eccesso di potere". Risultato: hanno perso il ricorso e sono stati condannati a pagare anche le spese legali di mille euro.

La sentenza chiarisce che la scuola nel valutare la preparazione degli alunni, non applica scienze esatte che conducono a un risultato certo ed univoco, ma formula un giudizio tecnico. Per sconfessarlo non è sufficiente che un genitore insorga proclamando di non condividerlo, ma ne va casomai dimostrata la palese inattendibilità. Nel caso specifico, per i giudici amministrativi si è trattato di una contestazione senza fondamento. O con un solo fondamento: soddisfare il narcisismo patologico di genitori che non eccellono in esempio educativo.