Non si sa ancora se il folle gesto sia collegato alla tragica fine di Pamela, la ragazza il cui cadavere è stato ritrovato nei giorni scorsi a Pollenza, in provincia di Macerata, ma la sparatoria ha avuto luogo nel luogo in cui è stato trovato il suo corpo. Il presunto responsabile, un giovane marchigiano 28enne di nome Luca Traini è stato fermato dalle forze dell'ordine dopo alcune ore di panico, che hanno visto una città blindata e avvolta dal terrore. I Carabinieri lo hanno bloccato in piazza della Vittoria, e pare che al momento della cattura abbia fatto il saluto romano, così raccontano alcuni testimoni, verso il monumento ai Caduti.

Appena scoperto il giovane è scappato sulla scalinata del Monumento, liberandosi dei vestiti, forse per depistare gli inseguitori, ma è stato catturato. Non aveva con se l'arma con cui sono stati esplosi i colpi: poco dopo è stata ritrovata in auto.

La sparatoria

E' iniziata questa mattina verso le 11: da un'auto in corsa sono partiti diversi colpi d'arma da fuoco che hanno paralizzato la città. L'auto ha aperto il fuoco nella zona prospiciente la stazione: una zona tristemente famosa come luogo di spaccio e da pochi giorni anche per essere il luogo di ritrovamento del cadavere di Pamela Mastropietro, la 18enne scappata dalla comunità di recupero di Pollenza e fatta a pezzi. La sparatoria ha causato circa 7 feriti, tutti immigrati stranieri; 5 di loro sono al Pronto soccorso ed uno in sala operatoria perchè in gravi condizioni.

Il coprifuoco

Il sindaco di Macerata Romano Carancini ha diramato immediatamente un comunicato tramite i social network in cui si avvisava la popolazione di rimanere in casa a causa della sparatoria. Anche i trasporti pubblici sono stati bloccati e sono stati ripristinati da poco, dopo la conferma dell'avvenuta cattura del colpevole.

Gli alunni delle scuole sono rimasti all'interno degli edifici e l'intera città è rimasta paralizzata per circa 2 ore. Ora la Polizia sta acquisendo le immagini delle telecamere sparse nella città per ricostruire i movimenti del folle e per capire se avesse o meno dei complici. Il colpevole pare abbia confessato ma sono ancora ignote le motivazioni e le dinamiche della sparatoria, ed anche se ci sia un collegamento con la tragica morte di Pamela.

I commenti razzisti

Diversi commenti di stampo razzista erano comparsi nelle ore precedenti la sparatoria sul profilo Facebook della mamma di Pamela, Alessandra Verni. Rabbia e parole di vendetta contro gli immigrati ritenuti responsabili dello spaccio cittadino, provocate dalla cattura del presunto assassino di Pamela, Innocent Oseghale, 29enne nigeriano. Diverse anche le minacce di morte contro tutti gli immigrati neri, ritenuti responsabili ed indesiderati perchè commettono i reati più efferati. Un'ondata di razzismo a cui è seguita un'azione di rappresaglia che ha gettato nel panico la città.