A San Valentino farà tappa a Venezia il progetto itinerante contro la violenza sulle donne: “Questo non è amore". Un camper della Polizia di Stato allestito per portare avanti la campagna contro le violenze sulle donne, quello che approderà a Venezia, in campo San Vidal, presso il Ponte dell'Accademia, proprio durante il giorno in cui si celebra la festa degli innamorati. Un’iniziativa, quella che si terrà domani, mercoledì 14 febbraio, promossa dagli organi della Polizia, a fianco di figure specializzate come medici e psicologi, finalizzata alla diffusione di una cultura basata sul rispetto dell’identità di genere per poter contrastare tale fenomeno.

Prevenzione è la parola d’ordine

Sono infatti sempre più numerose le segnalazioni che la Polizia riceve quotidianamente: atti persecutori, stalking, maltrattamenti in famiglia, fino ad arrivare a stupri e femminicidio. Proprio per questo motivo occorre promuovere una campagna di prevenzione e sensibilizzazione, grazie soprattutto al ruolo degli operatori presso i centri antiviolenza.

La Polizia di Stato infatti da anni è impegnata in attività e operazioni di contrasto di tale fenomeno, collezionando una serie di successi per essere intervenuta tempestivamente evitando che drammi o tragedie si consumassero. Tuttavia, non sempre è sufficiente agire al momento della denuncia del reato, e di questo la Polizia ne è consapevole.

Il protocollo EVA

Per questo motivo è stato applicato il protocollo EVA, acronimo di Esame Violenze Agite. Si tratta di una procedura in caso di primo intervento per violenza di genere, che consente di definire le modalità che vengono adottate nei casi di liti all’interno delle mura domestiche e che permette di registrare una serie di informazioni che verranno successivamente inserite all’interno della banca dati della Polizia, come per esempio l'eventuale presenza di armi all'interno dell'abitazione.

Come riportano i dati registrati provenienti dagli archivi informatici di polizia, si sono riscontrati notevoli successi: infatti, a un anno dall’adozione di tale protocollo sono state effettuate due misure di prevenzione cautelare, sette denunce per maltrattamenti in famiglia e un arresto in flagranza. Inoltre, sono stati assegnati dei canali preferenziali per tutte le donne che hanno presentato e denunciato delle situazioni di problematicità.