E' sempre la solita storia. Da che mondo è mondo, un uomo e una donna danno la vita ad una creatura, che dovrebbe diventare il fulcro della famiglia, lo scopo della loro esistenza. Quel piccolo esserino che cresce tra le loro braccia, che nutrono, vestono, lavano ogni giorno, è la loro carne, il loro sangue. Ma per casi alla maggioranza delle persone impossibili da concepire e metabolizzare, e in purtroppo largo aumento, i genitori diventano i più acerrimi nemici del frutto del loro concepimento.
Il dramma della violenza all'interno della famiglia
E' il caso, questa volta, di una bambina di nove anni, protagonista dell' ennesimo stupro da parte del padre, che per anni ha patito la sua violenza, complice il silenzio-assenso della madre, che vive in Perù, a Puno. La bambola con cui alla sua età avrebbe dovuto giocare, non è oggi quella di gomma, che di solito le bambine trattano come una bimba vera. La sua è in carne ed ossa, e pesa 3 chili e mezzo. La mamma-bambina ha partorito una femminuccia,concepita in seguito ai rapporti avuti con il padre, contro la sua volontà. L'uomo si chiama Mario Mamani Vilca ed ha 43 anni.
La madre ha preferito tacere
Dal 2014 l'uomo minacciava la figlia per poter usare violenza su di lei.
La madre, come spesso accade in queste aberranti situazioni, è rimasta in silenzio, senza far nulla per sottrarla alle sue fauci. Della gravidanza si è venuti a conoscenza in un centro sanitario di Larimayo, dove la bambina è stata portata in gravi condizioni. La bambina era alla ventottesima settimana. E' stata in seguito trasferita a Tacua, all'ospedale Hipolito Unanue, dove dopo un parto cesareo, ha messo al mondo la neonata.
Il padre e la madre sono in carcere
Intanto il padre e la madre sono stati arrestati, e si trovano in carcere. Di loro si occuperà la giustizia degli uomini. Claudio Ramirez Atencio, direttore regionale della salute di Tacna, ha riferito che all'interno dell'ospedale ci si prenderà cura di mamma e figlia, grazie alla Comprehensive Healt Insurance (SIS).
Alle loro dimissioni, non torneranno certo nella casa del dramma, ma verranno trasferite in un centro di accoglienza, dove la bambina, ha dichiarato il medico, potrà allattare, nonostante la giovane età, la sua bimba. Inoltre, di queste due piccole donne, dei loro diritti legali e dei loro disagi psicologici, afferma il ministro Ana Maria Choquehuanca, che si preoccupa dell'emisfero femminile, si occuperà lo stato, finché ne avranno la necessità.