C'è stato, nel pomeriggio di domenica 18 febbraio, un corteo contro il comizio di Casapound, tenutosi all'Hotel Ramada di Napoli. A rendersene protagonisti sono stati gli attivisti dei centri sociali napoletani, che si sono ritrovati dinanzi ad agenti in tenuta anti-sommossa e le camionette, che si sono posti tra l'hotel che ospitava il comizio e il corteo. Ma non è il primo caso. Già in precedenza, venerdì 16, Bologna ha visto sfilare un corteo contro Forza Nuova, con uno scontro tra manifestanti e polizia.

Dalla protesta contro Casapound al presidio davanti alla questura

Secondo alcuni manifestanti, gli scontri sarebbero iniziati nel momento in cui hanno chiesto agli agenti della polizia di lasciarli procedere verso l'hotel dove si stava tenendo il comizio del leader del partito di estrema-destra, Simone Di Stefano. Secondo Tgcom, si trattava di una strada presidiata dalle forze dell'ordine, ma che non avrebbe consentito l'accesso all'hotel dove si stava svolgendo un incontro di Casapound.

Il no secco delle forze dell'ordine sembrerebbe aver provocato la reazione dei manifestanti, innescando una medesima reazione della polizia, che in tenuta anti-sommossa avrebbe sbaragliato il corteo, riuscendo a fermare alcuni manifestanti.

Infatti, ben 30 attivisti sono stati messi al muro e perquisiti per poi essere portati in questura; mentre si contano due feriti tra le fila dei manifestanti; infine, altri ancora, sono riusciti a scappare alle forze dell'ordine.

Gli stessi attivisti dei centri sociali, hanno poi deciso di spostarsi e riorganizzare un nuovo presidio.

Ma, stavolta, nel centro storico, dinanzi alla questura di Napoli. La protesta, dunque, si è prolungata durante la serata. L'obiettivo di primario, stavolta, è diventato quello di protestare contro il fermo delle forze dell'ordine nei confronti degli attivisti. La zona che comprende la questura e la stazione dei treni, si è trovata sotto presidio da parte di centinaia di attivisti dei centri sociali.

Il traffico è stato effettivamente bloccato in quasi tutto il centro della città partenopea, a causa dei presidi. Nemmeno in questo momento si sono potuti evitare gli scontri: a quanto pare, sono stati lanciati anche dei petardi.

Un obiettivo che tutti i centri sociali hanno voluto fissare come prioritario, abbandonando la zona del comizio di Casapound, per richiedere a gran voce il rilascio dei manifestanti fermati. Proprio "l'Ex OGP Occupato - Je so' pazzo" - il centro sociale nato dall'occupazione di uno spazio abbandonato, l'ex ospedale psichiatrico -, avrebbe invitato tutti gli attivisti e compagni ad unirsi al presidio davanti alla questura, con un post su Facebook.

Lo stesso centro sociale, sempre su Facebook, ha poi pubblicato un post su tutti i fatti del 18 febbraio, volendo sempre più appoggiare la propria lotta contro il neo-fascismo e l'oppressione.

Recita così il post: "Dopo i gravi fatti di ieri sera (18 febbraio: il post è del giorno dopo gli accadimenti), che hanno visto la polizia caricare e manganellare duramente le tante persone scese in piazza per dire basta all'avanzata fascista in Italia e per ricordare che fascismo e democrazia sono totalmente inconciliabili tra loro, continuiamo a far sentire la nostra voce! La giornata di ieri (18 febbraio), infatti, si è conclusa con il fermo di 20 compagni, i quali sono stati rilasciati tutti in serata con denuncia per violenza e resistenza: mentre chi si richiama apertamente a ideali fascisti può parlare tranquillamente e godere di una piena agibilità politica, chi si batte per mantenere la memoria storica del nostro paese e fronteggiare la deriva razzista e violenta in corso viene picchiato e denunciato".

Ideali antifascisti, quelli dei centri sociali, che già più volte hanno dichiarato la propria posizione contro la campagna politica ed elettorale di Casapound, di Forza Nuova e anche della Lega Nord di Matteo Salvini, che ha ricevuto una minaccia nei giorni precedenti, proprio da attivisti dei centri sociali.

Bologna: i centri sociali contro Forza Nuova Giornata di scontri

Non solo a Napoli, ma pure a Bologna, nella serata di venerdì 16 febbraio, i centri sociali hanno deciso di manifestare contro l'altro partito di estrema-destra, Forza Nuova. Anche qui, gli scontri sono stati tra decine di manifestanti e gli agenti di polizia. Gli scontri si sono accesi in via Farini, a ridosso di piazza Galvani, ed hanno portato a ben sette feriti, tra cui anche un agente delle forze dell'ordine.