La Corea del Nord cambia volto ed il regime di Pyongyang si rivela sorprendentemente abile nelle operazioni di immagine. Per milioni di persone e per i principali organi di stampa del mondo, oggi quello che è stato definito un Paese eremita ha il volto rassicurante di Kim Yo-jong, sorella minore di Kim Jong-un. Chi non conosce la Storia e le vicende politiche nordcoreane non può comprendere con esattezza l'importanza di quanto accaduto a Pyeongchang nel corso della cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici invernali: in tempi moderni è la prima volta che un componente della famiglia che regge le redini del governo nel Nord della penisola coreana si reca al Sud ed è la primissima volta che le telecamere di tutto il mondo lo riprendono accanto ai leader di altri Paesi.

La stretta di mano tra la giovane Kim ed il presidente sudcoreano Moon Jae-in è altrettanto storica: successivamente Yo-jong ha fatto le veci del potente fratello, nel momento in cui ha riferito al numero uno del governo di Seoul le parole del leader e gli ha consegnato una lettera scritta dallo stesso. Sono parole di pace, contenute in un invito ufficiale. Kim Jong-un ha invitato il presidente sudcoreano Moon Jae-in a Pyongyang per incontrarlo personalmente. Se si concretizzasse un bilaterale tra le due Coree, assolutamente impensabile fino a pochi mesi fa, potrebbe essere davvero l'inizio del disgelo. I due Paesi vivono da oltre sessant'anni una sorta di tregua armata, nel 1953 venne firmato un'armistizio alla fine della Guerra di Corea e tale è rimasto fino ad oggi.

Non c'è mai stato alcun trattato di pace, nonostante tra gli anni '90 ed i primi anni 2000 il dialogo intercoreano si fosse intensificato, prima della nuova rottura.

Il 'potere rosa' di Pyongyang

Tra Corea del Nord e Stati Uniti continuano a non esserci rapporti. Al di là dell'imponente parata con cui il regime ha celebrato l'anniversario delle forze armate ed in cui ha mostrato al mondo la sua arma più potente (il famoso missile che potrebbe colpire il territorio USA con una testata nucleare) e la smentita di possibili colloqui con Washington, a Pyeongchang c'è stato un incrocio tra il vice presidente americano, Mike Pence, e l'anziano rappresentante di governo nordcoreano, Kim Yong-nam: i due si sono accuratamente evitati.

Kim Jong-un non ha intenzione di sedersi ad un tavolo con i rappresentanti di Donald Trump, ma preferisce lavorare sui fianchi della Casa Bianca. Tanto la partecipazione ai Giochi quanto il dialogo ripreso con la Corea del Sud sono due importantissimi successi diplomatici nei confronti di chi, in questo momento, sta potenziando oltremodo il suo arsenale militare intorno alla penisola coreana.

Kim sta cercando di togliere agli Stati Uniti il supporto incondizionato di un alleato e vuole dimostrare al popolo sudcoreano che da lui non ha nulla da temere. Per farlo ha scelto il volto gentile della sorella, destando anche qualche superficiale battuta da parte dell'opinione pubblica occidentale che, probabilmente, considera Kim Yo-jong alla stregua di una delle oltre 200 cheerleader che la Corea del Nord ha mandato ai Giochi per offrire al mondo una visione di fascino femminile del regime. Kim Yo-jong avrebbe in effetti studiato danza in Svizzera, ma non è una cheerleader. Ex viceministro del dipartimento di propaganda del regime, dall'anno scorso è dirigente del Politburo del Partito dei Lavoratori ed è la più fidata consigliera del fratello in questioni di Stato.

Un autentico braccio destro, tant'è che sono in molti ad ipotizzare che, in caso di improvvisi impedimenti del leader, sarebbe lei a prendere le decisioni al governo.

Un'altra donna 'misteriosa'

Sulla vita privata di Kim Yo-jong ci sono poche certezze. Come già detto avrebbe studiato in Svizzera, nello stesso periodo in cui anche il fratello si trovava entro i confini elvetici per motivi di studio. La permanenza all'estero avrebbe rafforzato il legame tra i due e del resto sono figli della stessa madre, Ko Yong-hui, particolare non indifferente nella complicata situazione familiare dei figli di Kim Jong-il (il vecchio leader ha avuto sette figli da quattro diverse mogli, ndr). Incerto anche l'anno di nascita, le fonti indicano il 1987.

Secondo alcuni sarebbe sposata con il figlio di Choe Ryong-hae, segretario del Partito dei Lavoratori, e sarebbe anche madre di un figlio. Secondo altre indiscrezioni sarebbe nubile ed il gossip le avrebbe anche attribuito una relazione con una guardia del corpo sullo stile della principessa Stéphanie di Monaco. Un alone di mistero la circonda, del tutto simile alle nebbie che circolano intorno alla cognata, Ri Sol-yu, l'affascinante moglie del leader.

Ri Sol-ju, sempre più spesso accanto al marito

A proposito della consorte di Kim Jong-un, anche in questo caso le sue ormai frequenti apparizioni accanto al marito fanno parte di una precisa strategia. Il dittatore vuole dare al mondo l'immagine di una famiglia solida e di una donna non solo bella, ma anche forte che vive al suo fianco e lo sostiene.

Motivo per cui Ri Sol-ju, l'ex cheerleader sposata del 2009 dalla cui unione sarebbero (il condizionale è d'obbligo anche in questo caso) nati tre figli, è comparsa per la prima volta sul palco delle autorità in occasione dell'ultima parata militare. La triade rosa di Kim si chiude con Hyon Song-wol, ex leader del gruppo musicale Moranbong che anni addietro era stata protagonista, suo malgrado, di una leggenda metropolitana dura a morire nonostante fosse stata smentita ufficialmente nel 2014. Si raccontava infatti che il dittatore l'avesse condannata a morte con l'accusa di aver realizzato un video a luci rosse, un affronto mal digerito da Kim che sarebbe stato legato a Hyon Song da una relazione sentimentale, prima di conoscere l'attuale moglie.

Oggi però l'ex popstar è componente del Comitato centrale del partito di governo e, recentemente, ha guidato le prime delegazioni nordcoreane al Sud, nelle ispezioni sui luoghi dove si svolgeranno le esibizioni degli artisti di Pyongyang durante i Giochi.

Lezione di diplomazia e di immagine

Anche l'immagine di Kim Jong-un 'pazzo furioso' o 'rocket-man' è dura a morire, eppure riteniamo che gli Stati Uniti debbano fare i conti con questa sua abile strategia che per Washington è molto più pericolosa dei test missilistici. Il regime lascia intendere al resto del mondo di non essere una minaccia e per farlo si serve della 'grazia' delle sue donne. Dalla sorella alla moglie, dall'ex fidanzata alle bellissime cheerleader, la Corea del Nord sta catturando l'attenzione dell'occidente in maniera diversa.

Ma tra le donne del dittatore c'è anche chi, come Kim Yo-jong, è in grado di rappresentare lo Stato e di sostituire il leader in occasioni ufficiali come quella importantissima dei Giochi Olimpici. Tutte le telecamere del mondo erano puntate su di lei e sull'ormai ex Stato eremita, diventato ormai di grande interesse per la stampa internazionale. Dunque il 'nemico pubblico numero uno' oggi ha un volto diverso e la cosa irrita non poco i tavoli di Washington, dove i maggiori rappresentanti hanno capito che il 'rocket-man' è un osso molto più duro del previsto. Perché alla fine la politica è una fine arte diplomatica che va ben al di là dello sfoggio di missili e testate nucleari e, del resto, Donald Trump dovrebbe essere un esperto in materia.

Il regime di Pyongyang possiede il suo arsenale, ma anche le sue personalissime 'Melania' ed 'Ivanka'. Oggi ha un volto più umano dinanzi al mondo e questo è ancora più dirompente di un test nucleare, perché a tutti gli effetti sorprendente. Kim in fin dei conti lascia intendere al mondo di non essere un nemico da combattere, ma di essere pronto a combattere contro chi lo minaccia indiscriminatamente (secondo il suo punto di vista) come nel caso degli Stati Uniti.