È già da un po’ che le tensioni tra i vari movimenti neofascisti e antifascisti fanno tremare le strade italiane. Nel pomeriggio del 24 febbraio, diverse città della nostra penisola sono state il campo di scontro delle diverse parti. Tra canti e slogan, non sono mancati anche degli scontri fisici.
A Roma le manifestazioni a Piazza del Popolo
La manifestazione dei romani, organizzata dall’Anpi ('Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), ha scelto come “campo di battaglia” Piazza del Popolo. Lo slogan scelto dall’Associazione è “mai più fascismi, mai più razzismi” e tra i cori del corteo risuonano le note di “Bella ciao”.
La marcia è partita da piazza della Repubblica, per poi spostarsi a Piazza del Popolo. In quella stessa piazza sono stati presenti anche i segretari della Cgil e della Uil, la presidente della Camera Laura Boldrini e i ministri della Difesa (Roberta Pinotti) e dell’Istruzione (Valeria Fedeli). C’è stato poi un abbraccio scambiato tra il segretario del PD Matteo Renzi e il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, secondo il quale ci sarebbe bisogno di un maggior grado di sicurezza e legalità.
L’ex segretario del PD e fondatore dell’ Art.1 MDP (Movimento Democratico e Progressista), Pierluigi Bersani, ha dichiarato che chi fa il saluto romano è fuori dalla Costituzione e non può dunque essere partecipe alle elezioni.
“Bisogna dirlo con chiarezza” ha sottolineato.
Altre due manifestazioni si sono svolte nella Capitale
Un differente corteo ha preso vita lungo le strade di via Cavour, fino alla piazza Madonna di Loreto. Questo corteo è stato promosso dal sindacato SI Cobas per l’abolizione del Jobs Act. “Ci sono solo due razze: gli sfruttati e gli sfruttatori” hanno urlato in zona dei Fori Imperiali.
Un’altra manifestazione ha visto protagonisti i No Vax, che a Porta San Giovanni hanno lottato contro l’obbligo della vaccinazione.
A Palermo centinaia sono in Piazza Verdi
“Meglio porco che fascista”. Queste le parole, scritte in bianco su rosso su uno striscione, che hanno aperto manifestazioni e cortei a Palermo in piazza Verdi.
Da un lato del campo c’è Forza Nuova, contrapposto dagli antifascisti, partiti per primi a manifestare. Il punto di raduno per la partenza del corteo è stato ai piedi del teatro Massimo, per poi attraversare il centro storico. Tutto è iniziato con un coro di esulto: “Carlo e Gianmarco finalmente liberi!”, con cui i manifestanti hanno festeggiato la scarcerazione di Carlo Mancuso e Gianmarco Codraro. I due erano stati accusati di aver aggredito un segretario di Forza Nuova, qualche giorno fa a Palermo. “Non è stato un pestaggio, è stato umiliato un fascista” ha dichiarato il leader del Centro Sociale Anomalia.
Durante la manifestazione la polizia ha dovuto placare un contrasto nato tra una sindacalista SI Cobas e Ismaele La Verdera, ex candidato sindaco per la Lega, accusato di provocazione nei confronti della folla.
Anche tra i manifestanti palermitani è stata intonata “Bella ciao” e nel coro era presente anche Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il giovane attivista siciliano ucciso per mano mafiosa, a seguito delle sue denunce. Per evitare che il corteo antifascista incontrasse la manifestazione di Forza Nuova, a piazza Croci, la polizia ha bloccato le strade in via Roma.
A Milano scontri tra manifestanti e polizia
Anche Milano non sono mancate proteste e cortei. Circa 2mila manifestanti antifascisti sono scesi in piazza a protestare contro fascismi e razzismi. Da largo La Floppa, avrebbero voluto dirigere il corteo verso piazza Cairoli, dove in quel momento si trovavano gli esponenti di casapound per il discorso di Simone Di Stefano, candidato alla Presidenza del Consiglio.
La polizia ha respinto il corteo, per evitare uno scontro tra antifascisti e CasaPound. L’alleggerimento degli agenti è sfociato però in colluttazione. I manifestanti si sono protetti dietro a salvagenti e gommoni gonfiabili, lanciando bombe-carta.
Sempre a Milano si è tenuta l’assemblea di Matteo Salvini, a Piazza Duomo. Il leader della Lega, dopo essere stato salutato con un grande applauso tra i presenti, ha giurato di essere fedele agli italiani e “servire con onestà e coraggio”, impegnandosi inoltre a far applicare e rispettare la Costituzione. Assente al giuramento di Salvini era il presidente leghista Roberto Maroni.